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biodiversità
LE RETI ECOLOGICHE
I progetti strategici per impedire la crescente estinzione delle specie animali e
vegetali presenti sul pianeta. Il ruolo di precursore svolto dalla Forestale.
a biodiversità in Europa e nel te azione dell’inquinamento atmo- venzione sulla Biodiversità (UN-
mondo è in serio pericolo. sferico e dai cambiamenti climatici CED, 1992).
L Molte aree naturali negli ul- su scala globale. Nell’ambito della “Strategia”, la
timi anni sono andate distrutte e mol- Durante la Conferenza Ministeriale creazione di una rete ecologica pan-
te altre purtroppo scompariranno. “Un Ambiente per l’Europa” tenuta- europea appare come un’azione te-
Ecosistemi naturali di elevato valo- si a Sofia nel 1995 i partecipanti de- matica prioritaria. Tale azione pre-
cisero di intraprendere al più presto vede che tutte le misure adottate nei
re e vulnerabilità quali le zone co-
una serie di azioni comuni a livello diversi Stati europei volte a conser-
stiere, le aree marine, le zone umide,
europeo per fermare e invertire il vare le specie, le aree, gli habitat e gli
le foreste, le aree montane, i paesag-
progressivo processo di distruzione ecosistemi debbano essere combina-
gi semi-naturali e le praterie sono
dell’ambiente naturale. La strategia te sia a livello nazionale che interna-
gravemente minacciati. E ancora più
adottata fu chiamata “Strategia pan- zionale e confluire nella creazione
minacciate sono le singole specie
europea per la biodiversità e la di- della suddetta rete ecologica.
selvatiche di animali e vegetali. Il
versità paesaggistica”. I principali La creazione di una rete ecologica
problema è particolarmente gravoso
elementi erano già stati individuati nazionale, attraverso l’ampliamento
se si considera che questo processo
nel corso della Conferenza “Conser- e l’adeguamento di quelle già esi-
sta viaggiando a grande velocità e
vare il Patrimonio Naturale Europeo: stenti (quali ad esempio le Reti CO-
sembra essere giunto ad un punto di Verso una Rete Ecologica Europea” RINE, BIOITALY, NATURA2000)
non reversibilità. tenutosi a Maastricht nel 1993. Du- rientra nelle attività programmatiche
Dal 1990 al 1995 nel mondo si sono rante questa Conferenza 267 parte- dell’Italia nel settore ambientale per
persi annualmente 11.269.000 ha di cipanti provenienti da 31 Stati euro- i prossimi anni.
foreste (una superficie superiore al- pei e 26 organizzazioni internazio- Sulla scorta del dibattito avviato a li-
l’intera superficie forestale italiana nali denunciarono la grave perdita di vello internazionale, a seguito della
di circa 8.000.000 ha!). diversità biologica e paesaggistica in Conferenza di Rio del 1992, si sono
Tra le principali cause di perdita di Europa ed iniziarono ad individuare cominciate a delineare delle impor-
biodiversità vanno ricordati la con- strategie comuni per fermare questo tanti strategie operative, destinate ad
tinua distruzione e frammentazione allarmante fenomeno. avere serie ripercussioni anche sul
degli habitat e il deterioramento del- Chiaramente la “Strategia” adottata settore forestale. Tra di esse va men-
la qualità ambientale dovuto essen- a Sofia e la sua applicazione a livel- zionata l’introduzione dei “sistemi
zialmente a politiche gestionali e di lo pan-europeo, fornisce anche volontari per la certificazione am-
sviluppo inappropriate. Gli effetti un’importante risposta regionale ai bientale” il cui scopo ultimo è quel-
vengono poi amplificati dalla pesan- protocolli di attuazione della Con- lo di stimolare un’utilizzazione ocu-
“INFRASTRUTTURE AMBIENTALI”
Da un punto di vista strettamente biologico ed ecologico il concetto di “rete ecologica” nasce alla fine degli anni ottanta e a partire
dagli anni novanta soprattutto in Nord America e nei Paesi del Nord e Centro Europa come una nuova proposta di gestione inte-
grata del territorio che, attraverso la tutela degli habitat naturali, promuove la conservazione della biodiversità ai diversi livelli ai qua-
li questa si esplica.
Tale concetto affonda le radici nella disciplina della biologia popolazionistica e si basa sul principio, generalmente riconosciuto, se-
condo cui una specie sia animale che vegetale per sopravvivere deve essere composta da un numero minimo di individui (minimum
population size).Ciò significa, inoltre, che le specie per sopravvivere devono mantenere un certo numero di popolazioni e che de-
ve essere possibile un certo numero di scambi tra queste popolazioni.
Il fenomeno della frammentazione degli habitat naturali rappresenta una delle principali cause di perdita di biodiversità.Tale feno-
meno, provocando delle profonde e spesso vaste fratture all’interno del territorio, comporta la segregazione delle popolazioni ani-
mali e vegetali in vere e proprie isole (fenomeno della insularizzazione).
La creazione di reti ecologiche organizzate in aree di rilevante valore naturalistico (core areas), corridoi ecologici (green ways), zo-
ne cuscinetto (buffer zones) e aree nodali (key areas), costituiscono un valido ed efficace strumento di gestione del territorio e di
conservazione del paesaggio forestale.
Le reti ecologiche, inoltre, possono rappresentare oggi uno dei pochi strumenti praticabili per contrastare, attraverso il contenimento
della frammentazione degli habitat e mediante la creazione di una vera e propria “infrastruttura ambientale”, il fenomeno dell’ero-
sione genetica e forse l’ideale presupposto per conciliare le esigenze antropiche e la conservazione della biodiversità nell’ambito
di ciò che è definito gestione sostenibile del territorio.
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