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FLUSSI MIGRATORI E CRIMINALITÀ ORGANIZZATA
L’UE, anche per effetto dell’invecchiamento della sua popolazione e dei
bassi tassi di natalità, prevede nei prossimi decenni una contrazione della forza
di lavoro stimata intorno ai cento milioni di unità.
Per garantire la sostenibilità dei sistemi economici e produttivi europei
occorrerà necessariamente fare affidamento su forze di lavoro aggiuntive pro-
venienti da paesi con i quali l’UE ha da tempo avviato politiche di vicinato o
accordi di associazione e cooperazione attraverso i quali veicolare, in modo più
efficiente e funzionale di quanto non avvenga oggi, la domanda e l’offerta di
lavoro.
Se appare, dunque, condivisibile l’obiettivo espresso da molti Stati dell’UE
di arginare “l’immigrazione illegale” e il loro impiego in attività spesso collegate
alla criminalità (spaccio di droga, contrabbando, prostituzione, microcriminali-
tà), non possiamo immaginare che la soluzione alle criticità legate al fenomeno
migratorio, in parte indotte anche da una globalizzazione economica che ha
accresciuto le disuguaglianze sia tra paesi avanzati e meno avanzati che al loro
interno, sia il ritorno alla chiusura delle frontiere e a politiche nazionaliste di
stampo protezionistico.
I paesi più vulnerabili e indebitati dell’UE, e l’Italia è certamente tra questi,
non possono affrontare le sfide derivanti dai profondi cambiamenti che hanno
interessato, non sempre positivamente, l’economia globale se non riprendono a
http://www.blog-lavoroesalute.org/emigrazione-dallitalia-questa-e-la-vera-emergenza/
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