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PAGINE DI STORIA
Gli abitanti del
quartiere vennero
della Stazione Porto. A sera inoltrata, intuito che ormai
rastrellati e condotti ogni speranza di difesa sarebbe risultata vana e, sotto
l’incalzare degli avvenimenti, anche le due pattuglie di
nella piazza carabinieri vennero fatte rientrare. I tedeschi poterono
così occupare la struttura dopo poche ore.
dell’Università. Il mattino seguente all’ombra del Vesuvio giunsero i
reparti della divisione corazzata “Herman Göring”.
Il Colonnello Scholl assunse il comando della città di
Lì, in ginocchio, Napoli. Un’aliquota dell’Unità si accampò nei pressi
della Regia Università degli Studi Federico II, non
assistettero molto lontano dalla caserma. Nel primo pomeriggio
gli abitanti del quartiere, sotto la pressione delle baionette
e la minaccia delle armi da fuoco, vennero rastrellati e
all’ignobile condotti nella piazza antistante l’Università. Lì, in gi-
nocchio, assistettero all’ignobile spettacolo dell’incendio
spettacolo del sontuoso e glorioso Ateneo. Verso le 15:00, un
reparto costituito da una ventina di tedeschi, muniti di
armi automatiche e bombe a mano, irruppero nei locali
dell’incendio della Stazione Porto dove i carabinieri si erano asserra-
gliati. Erano presenti il Comandante, Brigadiere Egidio
del sontuoso e Lombardi, e i Carabinieri Giuseppe Covino, Emidio
Scola, Martino Manzo, Nicola Cusatis, Domenico Du-
glorioso Ateneo bini, Michele Covino, Antonio Carbone, Giuseppe Pa-
gliuca, Giovanni Russo, Ciro Alvino, Domenico Franco
e Giuseppe Ricca. Colti di sorpresa, furono costretti a
seguire i tedeschi. Lo fecero in silenzio, dignitosamente.
particolarmente violenta, si protrasse per un’ora circa. Scendendo le scale, si imbatterono nell’Appuntato
Gli uomini del Fürher, malgrado la superiorità del Emilio Ammaturo che giungeva in quell’istante, pro-
numero e dei mezzi, furono costretti a ritirarsi. Nel veniente dalla sua abitazione. In mano aveva una
farlo, abbandonarono sul terreno tre morti, tra cui il ca- valigetta. Venne portato con gli altri, in mezzo alla
pitano comandante, un autocarro e la camionetta, ormai folla. Sullo scalone della Facoltà, sotto gli occhi pieni
fuori uso. Non ebbero nemmeno il tempo di raccogliere di terrore di uomini, donne e bambini, fu ucciso a colpi
i loro caduti. L’eroico presidio festeggiò la vittoria pre- di mitraglia un marinaio, reo di aver lanciato delle
parandosi, con morale altissimo, a contrastare eventuali bombe a mano contro un carro corazzato tedesco. Il
ulteriori attacchi. Ma ormai l’intera difesa della città di suo cadavere fu gettato sul fuoco. Sotto la minaccia
Napoli era crollata. Lo stesso Generale Del Tetto si era delle armi puntate, tutti furono costretti a battere le
allontanato. I collegamenti erano soppressi e i comandi mani. Gli uomini, compresi i militari dell’Arma, divisi
superiori non davano più segni di vita. Il reparto di dalle donne e dai fanciulli, vennero caricati su alcuni
soldati e gli uomini della compagnia rinforzi vennero automezzi. Nella notte tra domenica 12 e lunedì 13
ritirati. Rimasero sul posto solo i quattro carabinieri settembre, circa cinquecento uomini tra i 18 e i 50
22 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO III