Page 20 - Notiziario 2018-3
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PAGINE DI STORIA





                                                                                 Gli uomini



                                                                       di Hitler tentarono

            caserma, i tedeschi desistettero dal loro intento. Trovarono
            riparo dietro il Palazzo delle Assicurazioni, protetti dai      di impadronirsi
            proiettili di due mitragliatrici posizionate sui balconi
            all’ultimo  piano  dell’albergo  “Universo”  dal  quale  si  subito della città,
            erano mossi all’assalto. Nella stessa giornata, il comandante
            della Stazione di Palazzo Reale, Maresciallo Maggiore
            C.S. Carlo Azan, con pochi carabinieri ai suoi ordini        abbandonandosi
            affrontò risolutamente dieci militari tedeschi che avevano
            poco prima occupato il palazzo. Li disarmò e li catturò.         a rappresaglie
            Subito dopo, in Piazza Plebiscito, gli stessi militari fer-
            marono e sequestrarono due automezzi tedeschi carichi
            di fusti di benzina, consegnandoli al comando militare      contro i “traditori”
            della Marina. Il Carabiniere Domenico Bartolomeo, in
            servizio  all’ingresso  del  Palazzo  Reale,  rispose  con  il
            moschetto al fuoco delle mitragliatrici germaniche, uc-  i soldati tedeschi, ferendone qualcuno. Alla richiesta, il
            cidendo due avversari. Un altro rimase ferito. Non ab-  Generale  Ettore  Del Tetto,  responsabile  della  difesa
            bandonò il suo posto fino a quando non venne fatto      della città, fece ottemperare nel pomeriggio stesso, ri-
            smontare. I carabinieri della Stazione di Poggioreale, al  tenendo di non poter resistere oltre. Man mano che le
            comando del Brigadiere Angelo De Roma e del Vice        ore passavano gli eventi precipitavano. I tedeschi diedero
            Brigadiere  Vincenzo  Capurso,  fronteggiarono,  il  po-  l’assalto al forte Sant’Elmo e ad altri edifici militari.
            meriggio del 10, ben due attacchi nemici: il primo da   Sin dalla sera dell’8 settembre la Stazione Carabinieri
            parte di tre militari tedeschi che sparavano all’impazzata  di Napoli Porto, in via Marchese Campodisola, intensificò,
            da un autocarro e il secondo contro un intero reparto   raddoppiandoli, i servizi di vigilanza al Palazzo dei Te-
            germanico che era accorso richiamato dalla sparatoria.  lefoni. Il monumentale edifico neo-barocco di via De-
            Il  nemico  fu  costretto  a  ripiegare  precipitosamente  pretis,  opera  degli  anni  ’20  dell’ingegnere  Camillo
            mentre incalzava una compagnia di formazione su due     Guerra, ospitava la centrale telefonica, obiettivo strategico
            plotoni, costituiti da carabinieri e fanti del 40° Reggi-  per il controllo delle comunicazioni dell’intera area. Vi
            mento, al comando del Capitano Fernando Cognetta,       furono inviate a presidiarlo due pattuglie di carabinieri
            inviata sul luogo dal Tenente Colonnello Minniti.       della Stazione oltre a trenta carabinieri della compagnia
            Intanto piccole folle, sull’esempio dei tedeschi, si dedi-  rinforzi e a un centinaio di soldati, al comando di un
            cavano al saccheggio. La situazione in città si presentava  ufficiale del Regio Esercito. Fino al pomeriggio dell’11
            molto  grave.  La  popolazione  dappertutto  dava  segni  settembre nessun incidente mentre il resto della città
            inequivocabili di ostilità ai tedeschi e numerosi incidenti  veniva messo a ferro e fuoco. Verso le 14:00 un nucleo
            si verificarono in diversi quartieri.                   di soldati tedeschi, al comando di un capitano, tentò
            Il mattino dell’11 settembre alla sede del comando ter-  l’assalto di sorpresa con diversi autocarri e una camionetta.
            ritoriale  del  XIX  Corpo  d’Armata  si  presentarono  I militari italiani, posti a difesa sui balconi, sulle finestre
            reparti tedeschi appoggiati da due carri armati e, in un  e nei punti più coperti delle vie adiacenti, li accolsero
            colloquio tra ufficiali tedeschi e italiani fu chiesta l’eva-  con un nutrito fuoco di fucili, mitragliatrici e bombe a
            cuazione della caserma del Distretto e la distruzione   mano. I tedeschi risposero con le armi automatiche, di
            delle armi dato che, in quei pressi, si era sparato contro  cui erano largamente forniti. La battaglia che ne scaturì,



            20 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO III
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