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PAGINE DI STORIA
Vennero fatti
inginocchiare uno
accanto all’altro, di
e lo portò nell’accampamento. Sorte analoga toccò a
Carmine Ciaramella, un soldato del 10° Reggimento
Genio della Caserma “28 ottobre” di Santa Maria fronte a una
Capua Vetere. Nonostante si trovasse in licenza agricola,
si stava adoperando per mettere in salvo del materiale
militare in un edificio scolastico di Casaluce adibito a mitragliatrice.
caserma del 3° Gruppo dell’8° Reggimento Artiglieria
“Pasubio”. Per impedire l’ingresso nella struttura di Si udì l’ordine
alcuni malintenzionati, il Ciaramella aveva fatto fuoco
in aria col moschetto, a scopo intimidatorio. Transitava,
in quel momento, un autocarro con a bordo dei militari di far fuoco.
tedeschi. Questi, ritenendo che i colpi fossero loro
diretti, catturarono l’uomo, portandolo nell’accampamento Per due volte
di “Tiro a segno”.
Il Maresciallo Capo Mario Angrisani, effettivo alla la mitraglia sferrò
Stazione di Teora, vicino Avellino, il 12 settembre era
stato dimesso dall’Ospedale di Napoli con 60 giorni di
limitato servizio. Non potendo raggiungere la sua sede, le sue raffiche
si presentò alla compagnia comando legionale dalla
quale venne lasciato in libertà, per raggiungere, non sui corpi di quei
appena possibile, la Stazione di Teora. Il sottufficiale
rimase a Napoli appoggiato presso un fratello. Fu
catturato dai tedeschi e portato a piedi a Fertilia. Qui disgraziati
avrebbe assistito al tragico evento che stava per compiersi.
Si era ormai fatto buio quando la signora Maria De
Maio, moglie del Fusco, preoccupata per il mancato sera lo avrebbero rilasciato. Invece il mattino seguente,
rientro dell’uomo, decise di recarsi in campagna per alla donna venne riferito che il marito, insieme a un
cercarlo. Lo trovò, ma in mezzo ai tedeschi. Da lontano altro paesano e a quattordici carabinieri, era stato visto
il contadino le fece un cenno con la mano come per camminare a piedi verso il campo di concentramento.
dire che non sapeva cosa stesse accadendo. La donna si La sciagurata si precipitò lì. Sapeva che il pover’uomo
fece coraggio. Si avvicinò alle sentinelle. Chiese che lo era digiuno. Portò con sé del pane e una bottiglia di
liberassero. Pianse. Supplicò. Nessuno le diede retta. Il vino e la speranza di vederlo vivo e finalmente libero.
mattino seguente si recò di nuovo sul posto. Scorse il Nel campo si trovò di fronte un gruppo di circa cin-
marito. Non poteva parlare. Nell’acquartieramento vi quecento uomini. Le fu detto che erano stati prelevati
erano anche molti animali: galline, maiali e conigli che nel capoluogo campano. Voleva entrare ma le sentinelle
i tedeschi avevano razziato nelle vicine fattorie. Maria tedesche avevano sistemato tutt’intorno le mitragliatrici
implorò di liberare il marito ma le sue preghiere non e non facevano avvicinare nessuno. La donna pregò in-
furono accolte. Ritornò a casa sfiduciata. Le compaesane sistentemente; voleva vedere il marito. Fu accontentata.
la confortarono dicendo che Francesco, come tanti altri Il nome di Francesco fu chiamato ad alta voce. Nessuno
uomini, era stato trattenuto solo per lavorare e che a rispose. Intanto nel campo di concentramento alcuni
24 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO III