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Cultura/Storia


            cogliere l’eco delle schioppettate e dei ferri di caval-
            lo che calcano al galoppo le rocce affioranti.
            Giuseppe  Garibaldi.  Basta  questo  nome  per  dire
            tutto. Il Generale ebbe una vita talmente densa e
            intensa da divenire leggenda vivente. Ai suoi tem-
            pi, fu sicuramente la personalità più conosciuta al
            mondo. Era ammirato e venerato dai popoli in ri-
            volta, dai rivoluzionari, così come dai grandi gover-
            nanti e dagli intellettuali. La memoria di Giuseppe
            Garibaldi non è soltanto un patrimonio della Nazio-
            ne, ma il suo valore travalica i confini nazionali, fino
            a divenire patrimonio di un'umanità ancora oggi in
            cerca di grandi uomini paradigmatici.
            Come marchiato dal destino, Garibaldi nacque il 4
            luglio del 1807, 31 anni dopo la dichiarazione di
            indipendenza degli Stati Uniti, e morì il 2 giugno
            del 1882, 64 anni prima che l'Italia unita scegliesse
            di essere Repubblica.
            Garibaldi, raccontano gli storici, si innamora dell'i-
            sola in un periodo di grande dolore, sicuramente
            gli anni più difficili della sua avventurosa esisten-
            za. Siamo nel settembre del 1849, e il Generale ha
            evitato per un soffio la cattura e la morte, braccato
            da cinque eserciti, fuggendo dalla Repubblica Ro-
            mana. Ha perso l'amatissima Anita sulle spiagge
            di Comacchio e, in compagnia di un solo uomo, il   restante parte dell'isola gli fu regalata da cittadini
            fedelissimo Capitano Leggero, ha traversato tutta la   inglesi, che organizzarono appositamente una rac-
            Romagna e la Toscana.                  colta di fondi.
            Dopo il salvamento in terra ligure, la sua scomoda   Garibaldi  visse  a  Caprera  apparentemente  lonta-
            presenza è destinata all'esilio e, durante il viaggio   no dalle eco delle vicende politiche, anche se in
            verso la Tunisia, sbarca temporaneamente sull'isola   realtà la sua casa fu meta di numerosi personaggi
            della Maddalena, terra natale del Capitano Legge-  dell'epoca, che andavano a visitarlo e a ricevere da
            ro, e vi trascorre assieme a lui un periodo breve, ma   lui consigli e direttive sulle azioni politiche da intra-
            felice.                                prendere sui fronti indipendentisti e rivoluzionari.
            Fu grazie ad un lascito ereditario del fratello, che   Vi si ritirava per riposare e fare piani per le future
            Garibaldi riuscì a coronare il suo sogno di un buen   imprese. Aveva fondato una sorta di comune, ispi-
            retiro di mare e solitudine, ed acquistò parte dell'i-  rata ai principi di Rousseau, basata sull'uguaglian-
            sola, costruendo una casa in stile sudamericano. La   za e sul lavoro. Allevava numerosi animali, tra cui i
                                                   famosi quattro asini, cui era molto affezionato, ma
                                                   che aveva appellato irriverentemente con i nomi in-
                                                   visi: Pio Nono, Napoleone Terzo, Generale Oudinot
                                                   e Immacolata Concezione. Particolarmente doloro-
                                                   sa per lui fu la morte dell'amatissima cavalla Mar-
                                                   sala, sepolta in una tomba poco distante dalla casa.
                                                   Sull'isola  di  Caprera  il  Generale  sviluppò  il  suo
                                                   amore per la natura e per gli animali, tanto da dive-
                                                   nire di fatto vegetariano, per non volersi più cibare
                                                   di ciò che egli stesso allevava.
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