Page 5 - Forestale N. 86 maggio - giugno 2015
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sono collegate e richiedono un approccio inte-  della  riflessione  del  Patriarca  di  Costantinopoli,
          grale  per  combattere  povertà  ed  esclusione.  Bartolomeo 1, citato ai nn. 8-9, guardato con stima,
          Significa dunque “richiamare tutti ad uno svilup-  e voce autorevole nell’offrire un qualificato contri-
          po  più  sostenibile  ed  inclusivo”  connesso  al  buto sulla questione ambientale.
          “definitivo  e  improrogabile  imperativo  etico  di  Nell’anno  dei  grandi  vertici  sull’ambiente  (già
          agire” poiché la crisi attuale - dice Francesco -  noti gli appuntamenti di Parigi e di New York sul
          non è solo economica, o solo ambientale, ma è  clima)  arriva  chiara  e  opportuna  la  voce  della
          una crisi etica e antropologica: “la vita umana, la  chiesa che mette a tema l’ecologia in linea con la
          persona non sono più sentite come valore prima-  dottrina sociale e non senza richiamare i messag-
          rio da rispettare e tutelare”, e c’è il rischio che  gi  ambientalisti  in  più  occasioni  rivolti  dai
          tutto  conduca  solo  alla  “idolatria  del  denaro”.  precedenti  pontefici.  Risuona  il  monito  di
          Con  andamento  colloquiale  aggiunge:  “Vorrei  Giovanni  Paolo  II  che,  trattando  la  questione
          che prendessimo tutti il serio impegno di rispet-  ambientale in termini di crisi morale (si vedano
          tare e custodire il creato, di essere attenti ad ogni  Sollicitudo  rei  socialis  e  Centesimus  annus),  ha
          persona, di contrastare la cultura dello spreco e  posto il legame tra “ecologia naturale” “ecologia
          dello  scarto,  per  promuovere  una  cultura  della  umana” ed “ecologia sociale”. Non dimentican-
          solidarietà e dell’incontro”.             do che Benedetto XVI nella Caritas in veritate ha
          La lettera enciclica - presentata in Vaticano - appa-  sottolineato come “la chiesa ha una responsabili-
          re  al  tempo  stesso  di  grande  immediatezza  e  di  tà  per  il  creato  e  deve  far  valere  questa
          forte impatto. Tocca il tema della “inequità” legato  responsabilità  anche  in  pubblico.  E  facendolo
          all’accesso e alla distribuzione delle risorse, come ad  deve difendere la terra, l’acqua e l’aria come doni
          esempio l’acqua nel continente africano; parla del  della creazione, appartenenti a tutti”. E in occa-
          problema della fame, dello spreco del cibo, dello  sione  della  giornata  mondiale  della  pace  per  il
          sfruttamento smisurato delle risorse ambientali che  2007  affermava  ancora:  “L’esperienza  dimostra
          “rappresenta una ferita alla pace nel mondo”, come  che ogni atteggiamento irrispettoso verso l’am-
          pure dei danni dovuti al riscaldamento globale, al  biente  reca  danni  alla  convivenza  umana,  e
          disboscamento,  all’inquinamento  dalle  svariate  viceversa.  Sempre  più  chiaramente  emerge  un
          forme. A ben vedere è anche un’enciclica “ecume-  nesso inscindibile tra la pace con il creato e la
          nica”  che  offre  un  punto  di  unione  con  gli  pace tra gli uomini. L’una e l’altra presuppongo-
          ortodossi; il testo, diviso in sei capitoli, tiene conto  no la pace con Dio. La poesia-preghiera di San
                                                    Francesco,  nota  anche  come  Cantico  di  Frate
                                                    Sole,  costituisce  un  mirabile  esempio  sempre
                                                    attuale. Da qui, con spirito giovanneo, la prima
                                                    enciclica ecologica-sociale Laudato si’ di un papa
                                                    di nome Francesco”.
                                                    Di qui il senso della prima enciclica ecologica di
                                                    papa Francesco dall’eloquente titolo “Laudato Sí”,
                                                    di portata universale, che riguarda l’intera famiglia
                                                    umana.  Ecco  allora  il  senso  di  tutto,  e  di  tanto
                                                    lavoro da fare ai più vari livelli, nei territori sterili
                                                    maltrattati per decenni e decenni, senza piagnistei,
                                                    proponendo la soluzione dei problemi come fa la
                                                    gente civile e civilmente pretendiamone la soluzio-
                                                    ne. Inutile, dico, gridare contro gli altri, quando
                                                    siamo  noi,  tutti  noi,  solo  noi,  i  responsabili  più
                                                    diretti  del  degrado  del  paesaggio,  dell’ambiente
                                                    circostante.  Francesco  fa  notare  che  i  danni  a
                                                    nostra  sorella  Terra,  sovente  maltrattata,  sono
                                                    anche addebitabili a comportamenti irresponsabili
                                                    dell’uomo.



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