Page 10 - Forestale N. 86 maggio - giugno 2015
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regnanti dei singoli stati pre-unitari, prime fra  la prima legge forestale
          tutte quelle belliche o difensive (i boschi erano
          spesso  visitati  dal  Genio  e  dalle  Intendenze  nazionale
          militari per i prelievi legnosi e alcune foreste  Per  poter  operare  in  maniera  armonica  e
          erano riservate alla Marina per i tagli degli albe-  secondo chiari indirizzi vi era, innanzitutto, la
          ri  destinati  alla  costruzione  dei  velieri),  vi  necessità di avere un quadro normativo ade-
          erano, poi, le necessità delle popolazioni loca-  guato  ed  univoco.  A  tale  risultato  si  arriverà
          li, costrette a trarre dal bosco piccole fonti di  dopo molti anni di accesi dibattiti nei consessi
          sostentamento o a contendere al bosco spazi  scientifici e nel mondo della politica. Solo nel
          per la pastorizia e l’agricoltura.        1877, infatti, il Regno d’Italia avrà la sua prima
          Dunque, è a partire dal 1861 che, nel nostro  legge  forestale  nazionale (la  numero  3917).
          Paese, si avvia un lungo percorso che ha visto il  Tale legge aveva un preciso obiettivo: “sottopor-
          Corpo forestale dello Stato interprete e precur-  re  a  vincolo  forestale  i  boschi  e  le  terre  che  possono
          sore di molte scelte che hanno caratterizzato i  esercitare un’efficace influenza sulla consistenza del ter-
          cambiamenti  sociali  che  hanno  interessato  il  ritorio,  sul  corso  delle  acque  e,  in  casi  speciali,  sulle
          nostro Paese. Già pochi anni dopo, nel 1869, si  condizioni igieniche locali”. Un principio ricorren-
          apriva la prima scuola di Selvicoltura italiana a  te  in  molte  delle  norme  che  verranno
          Vallombrosa,  diretta  da  Adolfo  De  Bérenger,  approvate negli anni successivi, non ultima la
          amministratore di alcune foreste del Lombardo  Legge Galasso, volte a cercare di contrastare
          Veneto, che aveva deciso di mettere a disposi-  fenomeni di dissesto e cattivo utilizzo del ter-
          zione del Regno d’Italia le proprie conoscenze e  ritorio  attraverso  l’individuazione  di  zone  da
          la propria esperienza e di avviare un percorso  sottrarre all’azione devastatrice dell’uomo.
          educativo di fondamentale importanza per sta-  Nell’Italia di fine Ottocento l’indirizzo previsto
          bilire  un  linguaggio  unico  ed  un  bagaglio  dalla legge 3917 si tradusse  nella suddivisione
          culturale comune per i Forestali, traendo ispi-  del  territorio  nazionale  in  due  distinte  zone:
          razione  dalle  scuole  francesi  e  tedesche,  ma  “una inferiore dal lido del mare fino al limite superio-
          cercando anche una via italiana ai problemi di  re della vegetazione del castagno; l’altra superiore, che
          un territorio caratterizzato da clima, morfolo-  si estende al di là di questo limite fino al vertice dei
          gia e specificità ecologiche ed ambientali molto  monti. La zona superiore è in massima ritenuta sog-
          differenziate.                            getta  al  vincolo;  quella  inferiore  è  considerata  come
                                                    libera. Però, come nella prima possono  essere boschi e

                                                                          Il Forestale n. 86 - 11
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