Page 2 - Forestale N. 86 maggio - giugno 2015
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          Corpo forestale, lo vuole l’Europa


              ietro i reati legati all’ambiente si nasconde spesso la criminalità organizzata, attirata da profitti eleva-
              ti, dalla difficoltà di essere scoperta e da sanzioni moderate. L’Italia è uno dei pochi Paesi europei in
          D grado di contrastare in modo intenso ed efficace questo tipo di reati, mentre in altri stati non esi-
          stono strutture adeguate ed è assente un coordinamento efficace tra le autorità competenti sia a livello
          nazionale che internazionale. Questa la conclusione del “Progetto strategico sulla criminalità ambientale”
          pubblicato da Eurojust, agenzia dell’Unione Europea che si occupa della cooperazione giudiziaria in mate-
          ria penale.
          Un ulteriore criticità è data dall’assenza di conformità tra le leggi dei vari paesi europei in materia di tute-
          la ambientale. Alcuni Stati non dispongono neppure di adeguate strutture organizzative, come ad esempio
          unità di polizia dedicate che si dedicano esclusivamente ai reati ambientali. L’Italia è l’unico paese europeo
          che può contare sulla Direzione Nazionale Antimafia per perseguire i reati ambientali più gravi legati alle
          organizzazioni criminali.
          Non è certo un caso se, due anni fa, è stato sottoscritto un protocollo d'intesa tra il Corpo forestale dello
          Stato e la Direzione Nazionale Antimafia per il coordinamento delle indagini nei procedimenti per reati di
          criminalità organizzata.
          Senza il profondo bagaglio professionale, l’alta tecnologia specialistica impiegata e la grande conoscenza
          del territorio non sarebbero state possibili alcune tra le più importanti indagini in campo ambientale: dal-
          l’inquinamento di Porto Marghera, alle navi dei veleni, alle discariche di Pitelli e di Bussi fino al caso del
          latte per neonati contaminato dal colorante per la stampa dei contenitori e a quello di Green Hill, solo per
          ricordarne alcuni. Indagini che hanno avuto una vasta eco internazionale come pure la gestione e il coor-
          dinamento  delle  emergenze  in  Campania  nella  “Terra  dei  Fuochi”  e  in  Puglia  per  la  Xylella  che  sta
          provocando la morte degli ulivi.
          Dopo 20 anni e dietro una forte pressione della società civile, finalmente il Parlamento ha approvato una
          legge sugli ecoreati. Un insieme di norme per certi versi complesse che ora attendono il vaglio della pras-
          si attuativa e che avranno nel Corpo forestale dello Stato la struttura principe per la sua applicazione. è per
          questo che non si deve assolutamente dissolvere l’incomparabile know how dei Forestali. L’articolo 452-
          decies introduce infatti nel codice penale sul fronte dei delitti ambientali la disciplina del ravvedimento
          operoso. Prevista una diminuzione di pena dalla metà a due terzi per chi si adopera per evitare che l'attivi-
          tà illecita sia portata a conseguenze ulteriori o provvede alla messa in sicurezza, bonifica e, ove possibile,
          al ripristino dello stato dei luoghi. Al concreto aiuto all’autorità di polizia o giudiziaria per la ricostruzione
          dell’illecito e nell'individuazione degli autori consegue l’applicazione di una diminuzione della pena da un
          terzo alla metà.
          Viene affidato quindi alla polizia un compito che va ben oltre quello dell’accertamento del reato ma si spin-
          ge fino alla valutazione tecnica sulla sua gravità, sull’entità dei danni provocati all’ambiente e infine sulla
          effettiva azione riparatrice svolta da parte del reo dalla quale potrebbe derivare un forte sconto di pena.
          Ma un rafforzamento dell’intero sistema della sicurezza ambientale, che dia vita ad una struttura altamen-
          te specializzata e razionalizzata sotto il segno dell’efficienza e dell’economicità, sarebbe davvero possibile.
          La stessa via che viene indicata dalla Commissione europea, in un atto redatto pochi mesi fa, in cui si chie-
          de espressamente il “rafforzamento del ruolo del Corpo forestale dello Stato”.
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