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La Multinazionale dei Contadini


                                    i sento, con convinzione, parte di una Multinazionale, quella dei
                                    Contadini, che non ha mollato. Che forse parlava poco le lingue stra-
                         “M niere e che, probabilmente da sempre, si fonda sulle grandi pazienze
                         che hanno attraversato i secoli” così scrive il ministro delle Politiche Agricole
                         Alimentari e Forestali Luca Zaia nella prefazione al suo libro “La mia multinazio-
                         nale”. “Non ci siamo fatti illudere dalle sirene di chi predicava l’arricchimento
                         senza fatica e uno sviluppo radicato sulla speculazione finanziaria. Non eravamo
                         d’accordo allora e abbiamo visto quella bolla esplodere lasciando sul campo
                         numerose vittime. Ma ha resistito chi aveva scommesso sulle proprie mani, sul
          proprio sudore, sul proprio lavoro. Oggi possiamo dire con forza e anche con una certa soddisfazio-
          ne che tra i vincitori di questa battaglia che si è combattuta e che ha mietuto tante vittime – alcune
          innocenti – c’è, di sicuro, l’agricoltura”.
          Nel libro il ministro descrivere che cosa significa oggi il “ritorno alla terra”. Che è anche ritorno
          all’identità, alla qualità e alla prossimità. Identità significa consapevolezza di sapere da dove proven-
          go e dove voglio andare; qualità è l’esercizio di un diritto che deve appartenere a tutti e non solo ai
          ricchi; prossimità significa affidarsi e fidarsi di una rete che è in grado di sostenermi e di darmi il
          meglio a prezzi equi.
          Su questi tre capisaldi si fonda il senso economico dell’agricoltura. Un’azienda agricola, per essere
          tale, deve sfamare l’agricoltore, essere in grado di modificare il territorio salvaguardandone le ric-
          chezze e presentarsi al mercato in modo da garantire nel tempo e con risorse proprie il futuro.
          “Per troppi anni, in Italia e in Europa, abbiamo immaginato un’agricoltura “globalizzata” che sfregia-
          va il territorio, non ne rispettava le vocazioni e mortificava la sua prima risorsa, l’agricoltore,
          trasformandolo in un contadino ‘assistito’. Nulla esiste di più antiagricolo dell’agricoltura dei sussi-
          di, che prende e poi pretende dallo Stato soldi a prescindere.
          Poi, abbiamo bisogno di una politica che ponga alla sua base la necessità di difendere il cittadino dai
          piccoli e grandi furbi che lo vogliono avvelenare o truffare” spiega il ministro.
          La scelta di una stagione di tolleranza zero contro tutti coloro che attentano alla nostra salute o al
          nostro portafoglio, un patto anche tra le Nazioni contro l’agropirateria, perchè il modello italiano
          possa essere uno dei volani della ripresa economica tra gli obiettivi del ministro. Un modello, quello
          italiano, che si fonda sull’identità dei territori e dei prodotti, sulla qualità dei frutti della terra e sul rap-
          porto, oggi finalmente messo nell’agenda della politica, tra aree urbane e lavoro agricolo.



          “politicamente corretto” che, da ogni punto di  Una via è quella indicata dal ministro Zaia: “Va
          vista, ha inquinato la cultura occidentale negli  assunta quell’identità di cittadino consumatore e
          ultimi quarant’anni. Gli aiuti finiscono troppo  non consumista che darebbe a tutto il sistema
          spesso nelle tasche di dittatori spregiudicati e  economico italiano una spinta etica ed econo-
          sanguinari invece di essere distribuiti alla popo-  mica del tutto nuova.
          lazione. C’è bisogno di investimenti veri, che  Un’identità che va fatta emergere tra gli scaffali
          alimentino attività produttive in loco che non  dei grandi centri commerciali, che deve crescere
          contribuiscano a dilapidare il patrimonio natura-  quando si va a fare la spesa, che deve fondarsi sì
          le. Ma certamente sta a noi per primi sprecare  su uno Stato capace di controllare, ma anche sul-
          meno. Le cifre sono allarmanti. Una per tutte:  l’autocoscienza di persone che ritornino a dare
          gettiamo in discarica prodotti alimentari che ser-  un valore agli oggetti, ai beni e alla propria salu-
          virebbero per fornire seicentomila pasti al  te. Vogliamo incoraggiare il cittadino che non
          giorno. Tutto ciò mentre un italiano su cinque fa  vuole farsi imbrogliare e che pretende, giusta-
          fatica ad arrivare alla terza settimana del mese.  mente, meccanismi reali e certi cui affidarsi”.
          Dobbiamo scongiurare il pericolo che milioni di  Un esempio è il servizio, “SMS consumatori”
          persone si sentano sprofondare in una caduta  che, solo quest’anno, è stato utile a più di due
          irreversibile. È, invece, un pezzo del nostro Pae-  milioni di utenti, di cui abbiamo già parlato su
          se che va aiutato a risalire la china.    queste pagine.

                                                                          Il Forestale n. 52 - 7
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