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zone olimpiche sono terre di frontiera, ma ha generato morfologie territoriali più
non solo geografica. Oltre che confine dolci. Il paesaggio è solare e luminoso
politico (tra Italia e Francia) è frontiera grazie anche al clima secco e ventoso; gli
linguistica (tra l’idioma franco-provenzale orizzonti, sempre aperti, si allargano e si
a nord, la parlata occitana a sud e il allontanano a occidente verso infinite
piemontese a est) e frontiera religiosa, in successioni di creste oltre le quali si
cui vengono a contatto il cattolicesimo e la immagina la larga Valle del Rodano.
confessione protestante valdese. La foresta è l’elemento paesisitico
L’essere confine, limite, ha fatto sì che qui dominante; nella parte bassa delle due
si siano svolti alcuni episodi che hanno valli predominano i cedui di castagno e le
segnato la storia del Piemonte: la battaglia faggete; in alto, i boschi di conifere
della Chiusa di San Michele, tra Franchi e arrivano a superare la quota dei 2.000
Longobardi, che ha consegnato a Carlo metri, mentre gli alberi isolati crescono a
Magno la corona imperiale; la glorieuse quote anche maggiori. Nel piano
rentrèe, cioè il rientro dei valdesi dall’esilio montano, sui versanti esposti al sole, f
ginevrino nel 1689; la battaglia predomina il pino silvestre, mentre sui l
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dell’Assietta che chiuse, lungo il fronte versanti opposti sono presenti abetine e le l
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padano, la guerra di successione uniche significative peccete della o
austriaca. La storia di queste valli tuttavia, provincia di Torino. Nel piano subalpino
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oltre ai soliti numerosi episodi di sangue predominano i lariceti e i boschi misti di r
che normalmente la politica dei potenti larice e cembro dove il paesaggio
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impone alle terre di frontiera, consegna forestale si illumina agli spazi aperti delle a
alla nostra memoria anche scorci di pace praterie di quota.
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di notevole interesse. L’Alta Valle di Susa La fauna è numericamente rilevante; in
ha fatto parte, fino al Trattato di Utrecht particolare la presenza di un’antica riserva e
(1713), del Regno di Francia. di caccia, poi trasformata in un Parco e
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Durante questo periodo alle terre Naturale Regionale (il Gran Bosco di
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circostanti Briançon fu concessa una Salbertrand), ha favorito la diffusione di
notevole autonomia amministrativa: infatti cervo e capriolo. f
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il 29 maggio 1343 a Beauvoir en Royans il Sono poi presenti cinghiali, mufloni, a
Delfino Umberto II firmava, insieme a 18 camosci, stambecchi, a
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rappresentanti delle valli alpine, la Carta lepri variabili, ermellini, ma pure il gallo
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delle Libertà, riconoscendo alle diverse forcello, la pernice bianca, il gufo reale e u
comunità alpine il diritto di governarsi. l’aquila.
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Le comunità locali poterono così Negli ultimi anni è tornato nelle valli anche il n
organizzarsi in strutture amministrative lupo la cui presenza è continuamente
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autonome dette Escartons. monitorata da studi e rilevamenti condotti a
Gli Escartons erano cinque, di cui tre sul dalla Regione Piemonte, e ai quali
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versante italiano e due su quello francese. partecipa attivamente anche il Corpo
I tre italiani erano: l’Alta Val di Susa, l’Alta forestale dello Stato.
Val Chisone e l’Alta Val Varaita (più a sud, I problemi ambientali sono legati al
ora in provincia di Cuneo), mentre sul notevole livello di fruizione turistica del
versante francese si trovavano il territorio: la presenza di uno dei più vasti
Briançonnais e la Valle del Queyras. domain skiable dell’arco alpino
Gli Escartons rappresentarono, in occidentale, il gran numero di seconde
un’epoca di assolutismo monarchico, un case che ospitano ogni fine settimana
bellissimo esempio di autogestione migliaia di turisti, il forte sviluppo di forme di
amministrativa di popolazioni di montagna fruizione sportiva illecita del territorio (uso
unite e non divise dalla linea di displuvio illegale di motoslitte in inverno e moto
della cresta alpina principale. Il paesaggio fuoristrada in estate) creano un forte
dell’Alta Val di Susa offre tratti particolari impatto sui delicati equilibri ecologici locali.
rispetto alla morfologia delle altre valli Tuttavia ancora rimangono vaste aree
alpine torinesi, sempre strette, brevi e isolate, montagne senza strade o impianti
chiuse alla testata da crinali di notevole di risalita e lunghe valli deserte che
altezza che non consentono i invitano coloro che ancora pensano che
collegamenti stradali con gli altri versanti. camminare sia il modo migliore per Il Forestale n. 32/2006
I versanti sono poi normalmente assai conoscere un paese, a percorrerle per
ripidi, per cui spesso d’inverno il sole non raggiungere un colle, un valico oltre il
tocca i paesi del fondovalle per mesi interi. quale, si sa, ci sono sempre nuove terre e
La natura calcarea del territorio valsusino nuove storie da raccontare.
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