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Editoriale


               acqua” accostando le une alle altre in un processo lineare, quasi dida-
               scalico, con numeri, dati, analisi e osservazioni.
                  L’acqua, centrale nella rivista, lo è ancor più nella nostra vita. Gran
               parte del nostro corpo è composta di acqua, o comunque di liquidi; i
               due terzi della Terra sono costituiti da acqua, anche se solo il 2,5 per
               cento è dolce (e più della metà di questa percentuale si trova nei ghiac-
               ciai). Siamo dunque così permeati di acqua, che aforismi, citazioni,
               aneddoti, riferimenti e ricordi fanno dell’acqua uno dei nostri principali
               oggetti di vita e di conversazione. Né poteva essere diversamente, a ben
               vedere, se l’acqua compare già nel terzo giorno della Creazione («Dio
               disse: “Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un solo luogo e
               appaia l’asciutto”»: Genesi, 1-7). Da allora, è stato un diluvio di accenni e
               richiami: dai filosofi greci della scuola naturalistica di Talete fino alla re-
               centissima controversia scientifica se esista o meno l’acqua anche su
               Marte. In mezzo, c’è proprio di tutto: dall’eureka di Archimede allo tsu-
               nami nell’Oceano Indiano, dall’acqua alle funi! all’orologio ad acqua, dal
               capitano Nemo all’acqua pesante, dal fonte battesimale alle previsioni
               meteorologiche...
                  Di questi luoghi comuni non si fa naturalmente cenno all’interno dei
               numerosi e autorevoli contributi che affrontano con serietà documen-
               tale un tema tanto delicato e complesso quale quello del difficile rap-
               porto uomo-acqua, un rapporto teso da una parte e dall’altra, che scon-
               ta le leggerezze umane e le macroscopiche ingiustizie distributive.
                  Per alcuni studiosi da qui a una quindicina di anni la misura sarà col-
               ma e per l’accesso all’acqua si combatteranno le guerre. Per altri, invece,
               l’acqua sarà in futuro un importante elemento di unificazione umana e
               politica (e in questo si tradurrebbe in pratica l’esortazione di Giovanni
               Verga secondo cui «i vicini devono fare come le tegole del tetto, a darsi
               l’acqua l’un l’altro»).
                  In ogni caso, che si arrivi cioè ad un conflitto globale o che prevalga
               perlomeno una sorta di “armistizio idrico”, non si può stare con le ma-
               ni in mano e piangere sui lutti e sui danni che la “scarsità” e l’“invaden-
               za” dell’uomo in materia di acqua provocano alla natura, alla vita dei
               popoli, al futuro dell’umanità. Una delle chiavi di volta sarà verosimil-
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               mente quella affidata al settore agricolo che dovrà operare per far sì che
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