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L’ILLEGAL BLENDING
DELL’OLIO D’OLIVA, UN CASO
STUDIO
di Anna SPALLINA 1
L’Italia è lo Stato con il più ricco e variegato patrimonio agroalimentare, in
grado di vantare produzioni tipiche di eccellenza che rendono il marchio
italiano indice distinto di qualità a livello internazionale. Ad oggi conta 326
prodotti agroalimentari italiani riconosciuti e 529 marchi registrati
dall’industria del vino .
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Il valore e la particolarità dei prodotti italiani diventano, tuttavia,
espressione della vulnerabilità delle produzioni di qualità rispetto ai
tentativi di imitazione e contraffazione.
Tra i beni giuridici che vengono intaccati dalla fenomenologia criminosa
legata alla commercializzazione di prodotti falsi e ingannevoli, figurano
l’ordine economico, la concorrenza del mercato, la salute e la sicurezza
alimentare e lo stesso Made in Italy, sinonimo di eccellenza e garanzia di
qualità a livello globale che con il passare degli anni è divenuto sempre più
importante per il reddito nazionale. Questo fenomeno si riflette
inevitabilmente anche sul territorio e sulla società, determinando una
perdita della qualità dei prodotti agroalimentari e delle opportunità
occupazionali nel settore, l’omologazione dei consumi e la diffidenza dei
consumatori. Infatti, i prodotti italiani esportati in tutto il mondo, sono
divenuti l’emblema della cultura del cibo legato al territorio, in cui gli
standards qualitativi assicurano non solo la provenienza delle materie prime,
ma attestano la sussistenza di determinate caratteristiche e il rispetto degli
strumenti necessari per garantire la sicurezza alimentare.
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1 Capitano R.F., Comandante N.I.P.A.A.F. Vicenza e Comandante in S.V. Nucleo CITES Vicenza
2 Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste
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