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Editoriale

NOMEN EST OMEN

on è l’amore per le citazioni che ci porta a dire che nel nome
Silvæ è contenuta una cifra intima e segreta sufficiente da sola
Na far conoscere la neonata rivista, rivelandone l’indole e le
aspirazioni, ancor prima di sfogliarne le pagine.
Infatti, come nelle ubertose ‘silvae’ italiche, si è strutturato il dna più
profondo della cultura e della tradizione dei Forestali, così nelle Silvæ tipo-
grafiche le esperienze mutuate in tanti anni sul campo si strutturano
diventando pensiero, motivo di riflessione e argomento di dibattito.
Siamo partiti dalle selve per arrivare alle Silvæ, un ouroboros - il serpente
che si morde la coda simbolo dell’eterno ritorno e della longevità senza
pari - che si proietta nel futuro ripartendo sempre dalle proprie origini,
rilette, però, alla luce di una maggior consapevolezza ed esperienza.
Silvæ, in questa complessa logica, pur essendo il più giovane tra gli stru-
menti editoriali del Corpo, nasce già adulto e il suo ruolo è quello del
patriarca: conservare e rendere accessibili e dinamiche le memorie e le
esperienze della Forestale.
Silvæ, la ‘casa del pensiero dei Forestali’, chiude con un anello robusto
- fatto di firme eccellenti e di contributi alti - la filiera della comunicazio-
ne di cui il Corpo si è dotato negli anni, per veicolare i propri valori, e per
far sentire la propria voce senza filtri.
Ma c’è ancora spazio per una rivista così complessa, compendiosa, che
non strizza l’occhio alla civiltà dell’immagine concedendo ampi spazi a
fotografie e titoli strillati?
Noi pensiamo di sì, anzi, ne siamo fermamente convinti.
E allora, diamo il benvenuto a Silvæ, salutiamo la cultura del dialogo,
dello scambio e del pluralismo di cui si fa portavoce, e predisponiamoci
con animo sereno e concentrato a immergerci nelle sue pagine, sul filo di .1
argomenti che accendano dibattiti, sostenuti più nei temi che nei toni, in oI-n
grado di generare azioni concrete su problemi reali. n
n
A
SILVÆ 5