Page 307 - Rassegna 3-2016
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RADUNO DEGLI EX ALLIEVI DEL 156° CORSO DI APPLICAZIONE
                              DELL’ACCADEMIA MILITARE DI MODENA

      Giampaolo amoroso, Mario andriella Bodalà Gianciacomo calligaris,
salvatore Falcone, umberto Giaccio, angelo loreti, claudio Mallone,
alessandro Proietti, Giacomo stramaccioni, carlo ternelli, Roberto vallazza,
Giuseppe sciacca, antonio verardi, ..... nel nostro animo siete tutti presenti qui
ed ora. avete lasciato in noi una traccia indelebile e per questo vi vogliamo
riportare in vita col ricordo, come se foste seduti oggi qui con noi.

      amici del 156° corso. siamo qui ritornati per celebrare questo evento con
un misto di gioia, commozione, e nostalgia. Giusto quarant’anni fa abbiamo
indossato la prima stelletta e prestato il giuramento individuale.

      Permettetemi qui una riflessione sui 40 anni trascorsi a partire da quel
momento, riflessione che vorrei condividere con gli ufficiali neo promossi del 196°
corso. Ricorderete le parole chiave del testo del giuramento di fronte alla Bandiera:
l’obbligo di fedeltà alla Repubblica italiana unito al dovere di adempiere, con disci-
plina ed onore, i doveri inerenti lo stato di ufficiale (delle forze armate).

      Ricorderete anche che nella corrispondenza scritta era, ed è consuetudine,
appellare l’ufficiale come Nobiluomo. Rammenterete la prima lettera ricevuta
con l’indirizzo N.H. seguito dal vostro grado, nome e cognome.

      Mi era noto che N.H. derivava dal latino Nobilis Homo, il cui corrispon-
dente femminile era N.d., Nobilis donna. credetti, come mi fu illustrato allora,
che questa tradizione fosse legata al fatto che la carriera di ufficiale era antica-
mente prerogativa della classe aristocratica.

      ebbene, mi sbagliavo. in verità, credo che colui che adottò questa consue-
tudine per gli uficiali delle FF.aa. si sia rifatto al pensiero greco antico di due
millenni e mezzo fa.

      la Nobiltà con la “N” maiuscola, infatti, non è legata al sangue blu, alla
razza, alla ricchezza od al potere, che sono tutti aspetti esteriori. e’ anche vero
che il termine Nobiltà, purtroppo, è diventato desueto nel mondo contempo-
raneo, pervaso dal mito dell’appiattimento e dell’uguaglianza verso il basso piut-
tosto che verso alto nel senso del merito, del valore, della sostanza. l’uomo
democratico contemporaneo è anche intriso di una ideologia individualistica,
caratterizzata dall’egoismo più sfrenato, dove ciò che più conta è emergere, pri-
meggiare, affermarsi ad ogni costo sugli altri, apparire, essere ammirati, ottenere
successo, denaro e potere.

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