Page 68 - Rassegna 2024-1-Inserto
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INSERTO




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                  La testimonianza  infatti, soprattutto nei casi di eventi traumatici e ripe-
             tuti nel tempo va gestita attraverso un uso attento e non aggressivo della con-
             testazione, evitando possibilmente interruzioni del racconto o adozioni di sche-
             mi  argomentativi  legati  a  considerazioni  personali  non  attinenti  all’oggetto
             dell’accertamento. Sarà utile valutare anche la comunicazione non verbale che
             accompagna la testimonianza, ad esempio il pianto, la mimica facciale, il tremo-
             re. Tutti aspetti che vanno riportati agli atti tanto quanto le parole.
                  Il  patrimonio  di  esperienze  e  di  convinzioni  personali  così  descritto,
             influenza l’approccio valutativo. Per questo motivo, occorre una specializzazio-
             ne praticata e una costante formazione che consenta di circoscrivere gli effetti
             di  quella  influenza  sulla  decisione.  Occorre  prestare  un’enorme  attenzione
             nell’ascolto delle vittime e nella raccolta delle denunce. Le stesse spesso non
             conoscono i propri diritti, provano vergogna e non sempre riconoscono le vio-
             lenze. Occorre ancora per gli specialisti del settore avere l’abilità di contestua-
             lizzare ed essere affiancati eventualmente anche da esperti, psicologi o altri,
             affinché con le dovute competenze qualificate riescano a cogliere dei segnali per
             individuare situazioni critiche che magari un operatore del diritto non riesce a
             individuare, soprattutto se gli autori di questi reati sono incensurati.
                  A tutto questo si aggiunge anche un problema enorme di violenza econo-
             mica. Molte donne non lavorano e non hanno un conto corrente proprio, que-
             sto dà origine alla dipendenza economica dal proprio partner diventando così
             d’intralcio al processo di fuoriuscita dalla violenza. L’introduzione del “Reddito
             di libertà”  rappresenta un primo passo verso il riconoscimento e l’importanza
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             di un percorso di emancipazione che tenga conto di diversi aspetti nella vita
             delle donne vittime delle diverse forme di violenza. La dipendenza economica
             comporta come conseguenza anche un’altra paura, ovvero quella di perdere i
             figli, proprio perché non hanno la possibilità di mantenerli. Per questo occorre
             potenziare le misure, anche favorendo l’inserimento nel mondo del lavoro, per
             consentire l’indipendenza economica.
                  La preparazione e la formazione è fondamentale e necessaria anche per la
             rapidità con cui intervenire e permettere così di cogliere subito i segnali di allar-
             me.


             21   Vedasi su questo stesso inserto, contributo della Tenente Francesca Lamanna, nella parte
                  “Memoria e testimonianza”.
             22   L’articolo 3, comma 1, decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 17 dicembre 2020 ha
                  introdotto un contributo denominato “Reddito di Libertà”, destinato alle donne vittime di
                  violenza, senza figli o con figli minori, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle regio-
                  ni e dai servizi sociali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza, al fine di contribuire a soste-
                  nerne l’autonomia.

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