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INSERTO
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La testimonianza infatti, soprattutto nei casi di eventi traumatici e ripe-
tuti nel tempo va gestita attraverso un uso attento e non aggressivo della con-
testazione, evitando possibilmente interruzioni del racconto o adozioni di sche-
mi argomentativi legati a considerazioni personali non attinenti all’oggetto
dell’accertamento. Sarà utile valutare anche la comunicazione non verbale che
accompagna la testimonianza, ad esempio il pianto, la mimica facciale, il tremo-
re. Tutti aspetti che vanno riportati agli atti tanto quanto le parole.
Il patrimonio di esperienze e di convinzioni personali così descritto,
influenza l’approccio valutativo. Per questo motivo, occorre una specializzazio-
ne praticata e una costante formazione che consenta di circoscrivere gli effetti
di quella influenza sulla decisione. Occorre prestare un’enorme attenzione
nell’ascolto delle vittime e nella raccolta delle denunce. Le stesse spesso non
conoscono i propri diritti, provano vergogna e non sempre riconoscono le vio-
lenze. Occorre ancora per gli specialisti del settore avere l’abilità di contestua-
lizzare ed essere affiancati eventualmente anche da esperti, psicologi o altri,
affinché con le dovute competenze qualificate riescano a cogliere dei segnali per
individuare situazioni critiche che magari un operatore del diritto non riesce a
individuare, soprattutto se gli autori di questi reati sono incensurati.
A tutto questo si aggiunge anche un problema enorme di violenza econo-
mica. Molte donne non lavorano e non hanno un conto corrente proprio, que-
sto dà origine alla dipendenza economica dal proprio partner diventando così
d’intralcio al processo di fuoriuscita dalla violenza. L’introduzione del “Reddito
di libertà” rappresenta un primo passo verso il riconoscimento e l’importanza
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di un percorso di emancipazione che tenga conto di diversi aspetti nella vita
delle donne vittime delle diverse forme di violenza. La dipendenza economica
comporta come conseguenza anche un’altra paura, ovvero quella di perdere i
figli, proprio perché non hanno la possibilità di mantenerli. Per questo occorre
potenziare le misure, anche favorendo l’inserimento nel mondo del lavoro, per
consentire l’indipendenza economica.
La preparazione e la formazione è fondamentale e necessaria anche per la
rapidità con cui intervenire e permettere così di cogliere subito i segnali di allar-
me.
21 Vedasi su questo stesso inserto, contributo della Tenente Francesca Lamanna, nella parte
“Memoria e testimonianza”.
22 L’articolo 3, comma 1, decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 17 dicembre 2020 ha
introdotto un contributo denominato “Reddito di Libertà”, destinato alle donne vittime di
violenza, senza figli o con figli minori, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle regio-
ni e dai servizi sociali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza, al fine di contribuire a soste-
nerne l’autonomia.
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