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CARABINIERI DA RICORDARE









                                                                    quale  non  gli  diede  alcuna  possibilità  di  difendersi.
                                                                    Come era nel loro stile, i militi fascisti tentarono il tutto
                                                                    e per tutto, pur di convincere il partigiano a parlare e,
                                                                    quindi, a rivelare i segreti della propria organizzazione,
                                                                    ma soprattutto i nomi e i luoghi ove procedere alla cat-
                                                                    tura di altri partigiani. Giuseppe fu, perciò, torturato e
                                                                    seviziato – purtroppo non sappiamo bene in quale edi-
                                                                    ficio o caserma – ma, ciò nonostante, non parlò e, quindi,
                                                                    non tradì. Di fronte all’ignobile proposta di avere salva
                                                                    la vita, in cambio della spedizione in Germania per il
                                                                    lavoro coatto – in realtà stiamo parlando di una vera e
                                                                    propria condanna alla deportazione – Giuseppe scelse
                                                                    la strada dell’onore, pur di non venir meno alla propria
                                                                    fede  patriottica  e  al  giuramento  prestato.  Affrontò,
                                                                    quindi, eroicamente la fucilazione, la quale ebbe luogo
                                                                    il giorno seguente, in località Confreria - Roata Rossi,
                                                                    nei pressi dell’edicola votiva dedicata alla Madonna, ri-
                                                                    salente al XVIII secolo, al “Pilone della Morte”, in Via
                                                                    del Passatore, all’incrocio con Via Molino Morra (terri-
                                                                    torio di Cerialdo), ove fu poi posta una lapide in ricordo
                                                                    del caduto, che i fascisti avrebbero definito “bandito”.
                                                                    Sepolto inizialmente presso il Cimitero di Cuneo, Giu-
                                                                    seppe fu poi trasferito presso il Cimitero di Cartignano,
            indomito coraggio, la vasta operazione di rastrellamento  paese natale del padre, ove tuttora riposa in pace. Fu
            compiuta in Val Maira dalle truppe tedesche e dalla     solo nel 1970, che con D.P.R. del 7 novembre fu con-
            Brigata Nera di Cuneo, tra il 21 e il 25 marzo, sempre  cessa, alla memoria dell’Eroe, solo una modesta Meda-
            del ’44. Volontario tra i volontari in numerose operazioni  glia di bronzo al Valor Militare, ricompensa poi conse-
            che il suo gruppo partigiano condusse in pianura, fu    gnata  al  fratello  Stefano,  considerato  che  la  madre,
            proprio durante una di esse che avrebbe, purtroppo, in-  Maria Pierina, era morta da poco, e che anni dopo con-
            contrato la morte.                                      sentirà l’intitolazione della attuale caserma sede del Co-
            Il 13 luglio ’44 – uno dei giorni più cari alla gloriosa  mando di Stazione di Busca, sempre in provincia di
            Arma dei Carabinieri , come ricorderemo a breve – alla  Cuneo. Era il 17 maggio 1997, e da allora non si era
            richiesta di un volontario che assicurasse una missione  più parlato diffusamente di questo grande Eroe italiano,
            nei pressi di Cuneo, il Carabiniere Alfonso si offrì per  immolatosi  non  ancora  ventitreenne  per  i  più  nobili
            primo.  In  borghese  ed  armato  solo  di  una  rivoltella,  ideali di libertà, per la salvaguardia dell’integrità della
            scese dalla Val Maira e si diresse verso il capoluogo di  Patria, per la sua adorata Arma, che proprio in quel
            Provincia. Il giovanissimo partigiano, al quale, nel frat-  tragico anno non aveva avuto la gioia di festeggiare il
            tempo, era stato conferito il grado di Comandante di    suo 130° anniversario, né a Torino, ove era nata il 13
            Distaccamento (equivalente a quello militare di Sotto   luglio del 1814, né tantomeno a Cuneo, ove alla Bene-
            Tenente)  fu,  tuttavia,  sorpreso,  in  località  “Passatore”,  merita si era purtroppo sostituita la Guardia Nazionale
            praticamente alle porte di Cuneo, da una pattuglia delle  Repubblicana. Ma questa è un’altra storia…
            Brigate Nere, la tristemente nota “Banda Lidonnici”, la                                     Gerardo Severino



                                                                      NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO X  69
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