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CRONACHE DI IERI
Da siciliano, ricercatore, e da qualche anno aspirante
riservista, amo navigare nelle pagine storiche che uo-
mini virtuosi appartenenti alla secolare Arma dei Ca-
rabinieri hanno scritto nella mia terra d’origine con
l’obiettivo di divulgarne le gesta. Dopo l’Unità d’Italia
la situazione nelle campagne siciliane era rimasta la
stessa: i grandi latifondi avevano resistito al cambia-
mento politico così come i soggetti che li controllavano
e mentre il neonato Stato Italiano faticava ad estendere
la sua autorità su un territorio periferico come quello
siciliano, nel 1900 il questore di Palermo Ermanno
Sangiorgi concludeva una serie di rapporti in cui faceva
un resoconto completo e dettagliato delle attività della
mafia di allora. Ne delineava una divisione in cosche e
stilava nel dettaglio le attività illecite e i metodi vio-
lenti, in particolare le estorsioni, i ricatti, i rapporti
che le cosche intrattenevano con alcune famiglie della
nobiltà siciliana, le quali a loro volta si servivano della
criminalità organizzata per tenere a freno le rivendi-
cazioni sociali e salariali dei braccianti. Tuttavia il pro-
cesso che seguì alle denunce di Sangiorgi si concluse
con un nulla di fatto e nessuna condanna di rilievo.
Negli anni successivi, com’è noto, nel decennio ante-
cedente all’arrivo in Sicilia del prefetto Mori, furono BRIGANTI SICILIANI DI FINE ‘800
numerosi gli scontri armati tra le forze dell’ordine e i
cosiddetti esponenti del “malandrinaggio” locale. Uno
di questi avvenne il 21 settembre del 1910 tra Cam- Caltanissetta per seguire le orme del criminale, col
poreale e Alcamo, in provincia di Palermo. All’epoca mandato preciso di catturarlo “vivo o morto”. Quel
quest’area era tenuta sotto scacco da una banda di che accadde sul finire del mese di settembre, riguarda
malfattori capitanata da un brigante noto come “’U proprio una di queste squadriglie di carabinieri che si
Beddu” (il Bello), il quale compiva gesti sanguinosi e trovava nel circondario di Camporeale in seguito ad
audaci che gettavano nel panico i proprietari terrieri. una soffiata per una probabile scorribanda che sarebbe
Il Bello “signoreggiava” imponendo il suo tributo e stata compiuta da lì a poco nei pressi. La squadriglia
vendicandosi contro coloro i quali non ubbidivano alle era composta da tre Carabinieri, Andrea Gradini, Egi-
sue volontà. Soltanto due mesi prima del fatto in que- dio Franceschi, Vincenzo Cortese e dal Brigadiere
stione, il sottoprefetto di Alcamo, Dott. Michele In- Lorenzo Romeo, quest’ultimo nativo di Aci Sant’An-
ternicola, aveva preso l’iniziativa di portare avanti una tonio (CT). I militari avevano perlustrato per quasi
campagna diretta contro il malandrinaggio e nello tutta la giornata diverse contrade del territorio e nel
specifico contro il Bello. Furono allora organizzate ap- pomeriggio si incamminarono per rientrare in caserma.
posite pattuglie nelle province di Trapani, Palermo e Giunti verso le ore 17.00, all’ex feudo Falgione, distante
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