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CARABINIERI DA RICORDARE




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                                                                               Vito Taddeo



            Dal 1955 al 1958 il reddito nazionale era cresciuto in
            media del 7,5%; dal 1959 al 1963, le famiglie italiane       proveniva da una
            in possesso d’un frigorifero erano passate dal 13 al 55%;
            si era triplicato il numero di automobili in circolazione.  famiglia umile, dedita
            Il  1959  era  anche  l’anno  in  cui  esplose  il  fenomeno
            Adriano Celentano e di Canzonissima; era l’anno del        al lavoro nei campi,
            primo Zecchino d’oro e dell’esordio del 45 giri che portò
            alla ribalta la bizzarra coppia Gaber – Jannacci. Il Pre-
            sidente della Repubblica era Giovanni Gronchi mentre            come molte in
            il Presidente del Consiglio era Amintore Fanfani.
            In quegli anni, a Villanterio, un paesino in provincia      quell’epoca, legata
            di  Pavia  di  nemmeno  3.000  abitanti,  collocato  nel
            Pavese orientale, sorto tra le due rive del Lambro, da
            circa 70 anni la famiglia Scotti conduce la sua impresa     ai valori della terra,
            che diverrà poi famosa in tutto il mondo. Le risaie,
            dunque,  sono  l’elemento  tipico  di  quel  territorio            che viveva la
            umido e nebbioso.
            È qui che il 9 novembre 1956 assume servizio il giovane
            Carabiniere Vito Taddeo, destinato alla Stazione di Vil-       sua quotidianità
            lanterio, proveniente dal 3° Battaglione mobile di Mi-
            lano. Nato a Crispiano, in provincia di Taranto, classe       ben conoscendo
            1935, secondogenito di 5 figli nati da Francesco Paolo
            e da mamma Margherita, proveniva da una famiglia             il significato della
            umile, dedita al lavoro nei campi, come molte in quel-
            l’epoca, legata ai valori della terra, che viveva la sua quo-
            tidianità ben conoscendo il significato della fatica, del   fatica, del sacrificio,
            sacrificio, della rinuncia. Si era arruolato il 4 aprile 1955,
            come allievo Carabiniere a piedi presso la Scuola Allievi         della rinuncia
            di Roma; ne era uscito con il grado di Carabiniere l’11
            marzo dell’anno successivo. Sul suo foglio matricolare
            era stata riportata come professione quella di manovale.
            Sono trascorsi 11 anni dalla fine della guerra e Villan-  alle sanguisughe. Alcune erano donne locali ma la mag-
            terio, per l’appunto, è un comprensorio prevalentemente  gior  parte  erano  lavoratrici  stagionali  che  dalle  zone
            agricolo in cui l’occupazione principale è data dalla rac-  povere dell’Emilia-Romagna, del Veneto e della Lom-
            colta del riso, da marzo a ottobre, ad opera di donne   bardia si riversavano nelle terre di Pavia, Novara e Ver-
            passate alla storia come le “mondine”; fino alla metà    celli. Dormivano stipate in casermoni comuni e venivano
            del ‘900 del secolo scorso, lavoravano nelle risaie in con-  spesso pagate in riso. I loro cori divennero il segno di
            dizioni durissime. Le mondine, 260-280mila a stagione,  una tradizione contadina che si rinnovava in occasione
            passavano le giornate curve sulle risaie, l’acqua fino al  delle feste paesane e dei festival e contribuirono alla
            ginocchio a strappare le erbacce, esposte alla malaria e  diffusione di una memoria popolare che si mantenne



            56 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO VIII
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