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CURIOSANDO NEL MUSEO DELL’ARMA
La mostra “Carlo
Alberto Dalla Chiesa,
alla luce un bel bambino che fu chiamato Carlo Alberto.
La famiglia presto si allargò con l’arrivo di Romolo e di l’Uomo, il Generale
Romeo, l’unico che da grande non seguì le orme del
Anche Romano, infatti divenne Generale di Divisione, 1982 – 2022”rimarrà
padre, divenendo un importante dirigente di banca.
ottenendo nel corso della sua carriera una medaglia di
bronzo al valor militare. allestita nelle sale
Molto studioso, sin dalla tenera età, Carlo Alberto
mostrò grande determinazione e un carattere parti- del Museo Storico
colarmente tenace, tipico di chi sa perfettamente
dove vuole arrivare. Scoppiata la Seconda Guerra fino al 6 novembre
Mondiale, nel 1941, fu inviato in Montenegro per
partecipare alle operazioni nei Balcani. Nel 1942
transitò nell’Arma dei Carabinieri e, divenuto co- 2022 e sarà visitabile
mandante della Tenenza di Bari esterna, conseguì la
laurea in Giurisprudenza, avendo come relatore della dal martedì
sua tesi il Professor Aldo Moro.
Fu proprio a Bari che conobbe la bellissima Dora
Fabbo, anch’ella figlia di un ufficiale dell’Arma. Carlo alla domenica
Alberto e Dora si sposarono nel luglio del ’46 e diedero
alla luce tre figli: Rita, Nando e Simona. Purtroppo, il dalle ore 9 alle 13
9 febbraio 1978 Dora fu stroncata da un infarto.
Oltre agli eventi più noti della carriera del generale, la
mostra presenta anche alcuni spaccati poco conosciuti
della sua vita, come l’importante contributo che egli Forze Repressione Banditismo), alle dipendenze del
fornì nel corso della Guerra di Liberazione. All’epoca Colonnello Ugo Luca. Erano gli anni in cui era molto
dell’8 settembre 1943, giorno in cui fu diffusa la notizia attiva la banda criminale con a capo il bandito Salvatore
dell’Armistizio sottoscritto tra Italia e gli Alleati, il Giuliano. In quel contesto, a dalla Chiesa fu assegnato
Tenente dalla Chiesa era il comandante della Caserma il comando del Gruppo Squadriglie di Corleone, in
di San Benedetto del Tronto e, fino a quel momento, provincia di Palermo, dove vi era una grande concen-
durante l’occupazione si era rifiutato più volte di trazione mafiosa ed imperversava un’intensa guerriglia
prendere parte ai rastrellamenti e alle rappresaglie tra famiglie, alle quali erano ascrivibili omicidi e reati
contro le formazioni partigiane, con le quali collaborò da lungo tempo impuniti.
fino alla fine del 1943. Quell’impegno lo segnò parti- Fu allora che avvenne l’omicidio di Placido Rizzotto,
colarmente, tanto che affermò: «mi trovai alla testa di un giovane sindacalista partigiano, segretario della
bande di patrioti e responsabili di intere popolazioni». Camera del Lavoro di Corleone, rapito e martoriato. Il
Di lì in avanti numerose furono le esperienze che con- suo corpo fu ritrovato il 10 marzo 1948, proprio grazie
tribuirono a gettare le basi per costruire una carriera alle indagini del Capitano Carlo Alberto dalla Chiesa
da grande ufficiale. Col grado di capitano, volontario, che riuscì a procedere all’arresto del mandante, il boss
giunse in Sicilia per arruolarsi nel C.F.R.B. (Comando Luciano Liggio, e dei suoi gregari.
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