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ALMANACCO










            austriaca, che svolgeva funzioni di “sutura” fra lo schie-
            ramento avversario lungo l’arco montano e quello di
            pianura,  incuneandosi  fino  a  Vittorio  Veneto  per
            recidere l’arteria che teneva in vita la 6ª Armata e le
            truppe nemiche sui monti e penetrare così nel loro
            schieramento. Lo sforzo compiuto dalle truppe italiane
            per quell’impresa fu immane, testimonianza della du-
            rezza di quegli scontri è l’elevato numero di caduti e
            feriti di entrambi gli schieramenti che si registrò alla
            fine delle ostilità.
            Alle ore 03.00 del 24 ottobre la 4ª Armata italiana
            iniziò ad attaccare il nemico sul fronte del Grappa,
            seguita, nelle successive ore del mattino, da ulteriori
            attacchi  portati  dalle  altre  armate.  Nonostante  gli
            sforzi, i risultati iniziali non furono esaltanti. Ad osta-
            colare l’offensiva italiana, oltre all’organizzazione delle
            Armate austriache che si attendevano di essere attaccate,
            contribuirono non poco le pessime condizioni meteo
            e la pioggia battente che alimentava la piena del Piave
            e  impediva  alle  truppe  di  oltrepassare  il  fiume  per
            sferrare l’attacco decisivo.
            Al mattino del 26 ottobre la 4ª Armata riprese i suoi
            attacchi sul massiccio del Grappa. Ad essi l’esercito
            imperiale rispose con una controffensiva che riuscì a
            contenere la predominanza dei reparti italiani, con-
            sentendo loro di ottenere solo successi modesti. No-
            nostante  tutto,  l’Esercito  austriaco  iniziò  però  a
            mostrare i primi segni del cedimento. Mentre le truppe
            in prima linea si battevano con audacia, nelle retrovie
            serpeggiava  un  forte  malessere  che  rispecchiava  lo  PASSERELLA DI ZATTERE PER L’ATTRAVERSAMENTO DEL PIAVE
            stato dell’intero apparato burocratico, sociale, economico
            e finanziario imperiale, ormai avviato al totale declino.   28  e  il  29  ottobre  i  reparti  italiani  completarono  il
            Il  logoramento  fisico  e  morale  dei  reparti  austriaci  passaggio del fiume e il 30 ottobre le truppe imperiali
            che aumentava col passare delle ore portò la diplomazia  iniziarono a cedere disordinatamente. Ormai la battaglia
            imperiale, per volontà dell’Imperatore Carlo, a prendere  volgeva  a  favore  dell’esercito  italiano.  Alle  15.00  di
            contatti con le forze alleate per giungere ad una pace  quella stessa giornata i reparti italiani entrarono nella
            separata e interrompere i combattimenti.                cittadina di Vittorio Veneto e mentre la battaglia si
            Nella serata del 26 ottobre il Piave iniziò a sgonfiarsi  trasformava in un vero e proprio inseguimento delle
            consentendo ai reparti italiani schierati lungo la sponda  truppe  imperiali  in  rotta,  nei  giorni  successivi  fu
            del fiume, di iniziare le operazioni di attraversamento  liberato il restante territorio occupato sino ad allora
            con la costruzione di ponti verso la riva sinistra. Tra il  dagli austriaci, del Veneto, del Trentino e del Friuli.





            96 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 5 ANNO III
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