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CURIOSANDO NEL MUSEO DELL’ARMA















                      SEBASTIANO DE ALBERTIS,
                          ARTISTA E PATRIOTA
            Nato a Milano nel 1828, già a partire dagli anni ’40,
            Sebastiano De Albertis inizia il suo tirocinio artistico
            da allievo dell’Accademia di Belle Arti di Brera, dove è
            ammesso ai corsi di elementi di figura nonché frequenta
            la  sala  delle  statue,  la  scuola  del  nudo,  quella  di
            architettura e quella di prospettiva. Il percorso braidense,
            dominato  all’epoca  dalla  pittura  di  soggetto  storico,
            incide molto sulla sua scelta artistica, così come la fre-
            quentazione degli studi del pittore e litografo Roberto
            Focosi  e  dei  pittori  Domenico  e  Gerolamo  Induno.
            Nel 1847 espone a Brera il suo primo dipinto storico,
            intitolato Enrico IV re di Francia.
            Allo scoppio delle Cinque Giornate di Milano, De Al-
            bertis  interrompe  gli  studi  per  prendere  parte  agli
            scontri. Sulle barricate si prodiga nell’assistenza ai com-
            pagni, venendo ricordato in seguito come “l’uomo dalla
            coperta di lana”. Quindi, dopo essersi sposato in tutta
            fretta,  parte  volontario  nella  campagna  della  prima
                                                                                   SEBASTIANO DE ALBERTIS,
            guerra d’indipendenza e lo si ritrova in prima linea a         1855, CIVICO ARCHIVIO FOTOGRAFICO, MILANO
            Vicenza e a Treviso. Rientrato a Milano dopo l’Armistizio
            Salasco (9 agosto 1848), torna a dedicarsi alla pittura  (poi diventata Circolo degli artisti) con Tranquillo Cre-
            esponendo con successo altre opere ispirate al genere   mona, Vespasiano Bignami e ancora Eleuterio Pagliano.
            storico. Nel frattempo si accosta alla litografa, intra-  In questo contesto De Albertis si apre ai temi più di-
            prendendo, nel 1850, un stretta collaborazione con la   simpegnati del costume e della vita contemporanea de-
            rivista satirica Lo spirito folletto. Il suo primo dipinto di  finendo un proprio stile personale. La sue opere risentono
            soggetto militare ad apparire in una mostra è Una rico-  ora maggiormente del clima del primo verismo e del
            gnizione di avamposti della cavalleria piemontese, esposto  realismo  dell’impressione,  correnti  artistiche  che  lo
            a Brera nel 1855.                                       portano a convertirsi alla tecnica del bozzetto e dell’ac-
            Nel 1859 si arruola nei Cacciatori delle Alpi di Garibaldi,  querello di cui, in breve tempo, acquisirà una straordinaria
            prendendo parte alla seconda guerra d’indipendenza e    padronanza, mentre aumenta la committenza da parte
            poi ancora alla spedizione dei Mille in Sicilia. Il pittore  delle  famiglie  nobili  milanesi,  assidue  frequentatrici
            e  compagno  d’armi  Eleuterio  Pagliano  lo  raffigura  dei suoi studi.
            nella grande tela Passaggio del Ticino a Sesto Calende, ri-  Nel 1866 partecipa alla terza guerra d’indipendenza al
            tratto fra i garibaldini accanto a Nino Bixio, Gerolamo  seguito  di  Garibaldi  a  Bezzecca.  Al  suo  rientro  si
            Induno, lo stesso Pagliano e Ippolito Nievo.            dedica nuovamente alla “pittura della storia” e torna,
            Nel 1860, tornato a Milano, aderisce, nell’ambito del   negli  anni’70,  alla  pittura  ad  olio.  Dopo  la  morte
            movimento della Scapigliatura, alla Società della Confusion  dell’unico figlio, Enrico, che lo segnerà profondamente,



                                                                      NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO III  87
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