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ALMANACCO












            truppe tricolori. Il piano di Horthy prevedeva di infiltrare  penetrazione dell’area portuaria per impadronirsi delle
            un piccolo contingente di marinai nei pressi della piaz-  imbarcazioni italiane. Contemporaneamente due nemici
            zaforte di Ancona per riuscire ad eliminare gli equipaggi  di gruppo etnico italiano, poco convinti dello scopo di
            dei MAS, impossessarsi delle imbarcazioni e ritornare   quella missione, si staccarono dal loro nucleo di sabotatori
            nei porti amici.                                        e si consegnarono spontaneamente a un pattuglione di
            Così si procedette alla costituzione di un contingente  carabinieri guidati dal Brigadiere Anarseo Guadagnini.
            composto  da  4  cadetti  e  59  marinai  agli  ordini  del  Quest’ultimo, nato a Sutri il 14 aprile 1886, era un bri-
            Tenente di Vascello Joseph Wieth. I marinai austro-un-  gadiere a cavallo della Stazione principale di Ancona,
            garici si imbarcarono nel pomeriggio del 4 aprile 1918 a  ritenuto dai suoi stessi superiori un sottufficiale capace
            bordo di una torpediniera in partenza da Pola e, giunti a  ed efficiente.
            nord-est di Ancona, verso le 21.00, salirono sulla moto-  Così, mentre il sottufficiale con un piccolo contingente
            lancia  che  era  stata  agganciata  a  rimorchio  dell’unità  misto  di  soldati  e  carabinieri  si  dirigeva  rapidamente
            navale e si diressero verso la città dorica.            verso il porto, i marinai nemici giungevano in prossimità
            La lancia sbarcò all’altezza di Marzocca, 17 km a nord  del lazzaretto dove erano quasi riusciti a passare anche
            di Ancona, piuttosto che nella località Torrette, luogo di  la pattuglia di vigilanza allo stabilimento composta dalle
            sbarco previsto e che distava solo 2 km dall’abitato. Il  Guardie di Finanza Carlo Grassi e Giuseppe Maganuco
            nucleo di militari, tutti in uniforme della Marina au-  che, insospettiti, si avvicinarono ai sabotatori.
            stro-ungarica, molto simile a quella degli Italiani, si in-  Tale comportamento spinse gli austro-ungarici a tentare
            camminò verso Falconara Marittima, raggiungendola la    il colpo di mano cercando di eliminare i due scomodi
            mattinata successiva. Quando l’ufficiale comprese che vi  testimoni. Una delle due guardie di Finanza fu ferita a
            era  stato  un  errore  di  determinazione  delle  distanze,  pugnalate mentre l’altra riuscì tempestivamente ad al-
            decise di nascondersi in una casa colonica che dominava  lontanarsi dai nemici e a sparare alcuni colpi di fucile
            la  città  rimandando  l’attuazione  del  piano  alla  notte  che allertarono il presidio militare. Proprio in quel mo-
            successiva.  Così,  nella  serata  del  5  aprile,  gli  austro-  mento però il Brigadiere Guadagnini raggiunse i sabotatori
            ungarici raggiunsero finalmente la barriera daziaria di  e,  con  i  militari  a  sua  disposizione,  riuscì  a  catturarli
            Ancona. Intanto, scoperta la presenza della motolancia  tutti ad eccezione di tre militari austro-ungarici, che co-
            con cui i sabotatori erano sbarcati sulla costa adriatica,  munque furono individuati e bloccati nei giorni successivi.
            era già iniziata la loro ricerca da parte del dispositivo di  L’intervento dei militari dell’Arma consentì di far sì che
            sicurezza militare. Nonostante fosse stato aumentato il  quel temibile piano non fosse portato a compimento.
            livello  di  guardia,  grazie  all’ottima  conoscenza  della  Il Brigadiere Guadagnini e le due Guardie di Finanza
            lingua italiana, i nemici riuscirono a superare agevolmente  furono decorati di medaglia d’argento al valor militare
            la  barriera  daziaria  e  si  diressero  verso  la  zona  del  “motu proprio” del sovrano quel giorno in visita proprio
            lazzaretto  dove  dovevano  essere  ormeggiati  i  mezzi  ad Ancona. A riconoscimento del sangue freddo e del
            navali italiani che invece, quella sera, erano quasi tutti  valore  dimostrato  nel  contrastare  un’azione  che,  se
            usciti in perlustrazione nello specchio di acque antistante  realizzata,  avrebbe  causato  un  sicuro  decadimento  del
            la città per supportare il pattugliamento terrestre delle  morale delle Forze Armate. Il fallimento dell’operazione
            coste e le ricerche degli incursori. Resosi dunque conto  fece desistere la Marina austro-ungarica dal compiere
            dell’impossibilità di sabotare i sommergibili, il Tenente  un ulteriore e analogo colpo di mano già pianificato a
            di Vascello Joseph Wieth decise di nascondere la dinamite  Burano, nei pressi di Venezia, con l’appoggio della flotta.
            che avevano portato con loro e di tentare comunque la                                         Flavio Carbone





                                                                     NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 2 ANNO III  107
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