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PAGINE DI STORIA
IL MARESCIALLO CIRO SICILIANO
Ciro Siciliano era nato a Portici il 20 novembre destinato, con l’incarico di comandante, alla Stazione
1908 da Enrico e da Maria Peluso. Il 10 marzo Carabinieri di Forno, reparto collocato alle dipendenze
1927, giovanissimo, si arruolò nell'Arma dei Carabinieri. della Legione Carabinieri di Livorno. Il 15 aprile
Al termine del Corso di formazione presso la Legione 1942 fu promosso maresciallo d’alloggio. Il 13 giugno
Allievi di Roma fu destinato alla Stazione di Torre 1944, nel tentativo di evitare la fucilazione della po-
Annunziata Porto dipendente dalla Legione di Napoli. polazione civile di Forno, fu giustiziato dai nazisti.Per
Il 3 ottobre 1931 iniziò il corso per sottufciali l’eroico comportamento mantenuto in quei giorni al
presso la Scuola Centrale di Firenze. Promosso vice- Maresciallo Ciro Siciliano è stata concessa la M.O.M.C
brigadiere (28 febbraio 1933) ricoprì l’incarico di “alla memoria” con la seguente motivazione: “In
addetto prima presso la Stazione Carabinieri di San- licenza di convalescenza, appreso che le truppe tedesche
t’Angelo dei Lombardi e successivamente presso avevano catturato per rappresaglia la popolazione di
quella di Sessa Aurunca. Il 1° giugno 1936 si imbarcò Forno di Massa con il chiaro intento di passarla per le
da Napoli per Massaua. armi, con ferma determinazione e sprezzo del pericolo,
In Eritrea ricoprì incarichi presso la Scuola Allievi afrontava il comandante del contingente tedesco riuscendo
Zaptiè (9 giugno 1936), il Gruppo Autonomo di a ottenere la liberazione di tutti gli anziani, le donne, i
Addis Abeba (1° aprile 1937) e infne presso la bambini e i religiosi, venendo però a sua volta fucilato
Legione Provvisoria di quella stessa località (1° luglio dai nazifascisti, unitamente ad altri cinquantuno uomini
1937). Il 31 ottobre 1937 fu promosso brigadiere. inermi. Chiaro esempio di elevatissime virtù civiche ed
Nel marzo del 1938 si imbarcò da Mogadisco per far eccezionale senso del dovere, spinti fno all'estremo sacrifcio.
rientro in Patria. Nel settembre dello stesso anno fu 13 giugno 1944, Forno di Massa (MS)”.
contro le truppe occupanti proseguirono nei giorni suc- ostacolare la viabilità dell’unica strada disponibile, poi
cessivi. L’11 giugno i militari della compagnia dell’ordine aprì il fuoco sulle prime linee nemiche. L’azione si rivelò
pubblico di Porta Martana e del Distretto Militare di inefficace e, alle prime luci del mattino, i partigiani
Massa abbandonarono i loro acquartieramenti per rag- rimasti in paese furono tutti catturati. Alle ore 8 del
giungere Forno ove passarono, armi in pugno, ai partigiani mattino Forno era ormai in mano ai tedeschi. Liberi di
locali. Nello stesso giorno alcuni capi partigiani si agire e senza scrupoli, i soldati del Maggiore Reader
riunirono in paese per confermare la linea di comando e misero a ferro e fuoco il paese. Stanarono da ogni luogo
concordare le azioni armate in previsione di uno scontro uomini, donne e bambini, ritenendoli tutti responsabili
contro il nemico. Ben presto il “Comitato di Liberazione di aver accolto e fraternizzato con le formazioni partigiane.
Nazionale Apuano”, però, si rese conto dell’azzardo com- La popolazione fu radunata per essere passata per le
messo e ordinò ai partigiani di abbandonare l’avamposto armi. Il Maresciallo Siciliano, che come abbiamo prima
conquistato. Solo un modesto nucleo della banda rimase accennato non si trovava a Forno e dunque fuori dalla
presso i locali della Filanda per attendere il tredici giugno portata dei rastrellamenti, non appena seppe quanto
festa di Sant’Antonio patrono del paese. stava accadendo corse verso le autorità nazi-fasciste per
La reazione dell'esercito tedesco non si fece attendere. convincerle dell’estraneità della popolazione civile alle
Durante la notte tra il 12 e il 13 giugno entrarono in azioni dei partigiani. La veemenza con cui affrontò gli
azione i reparti nazi-fascisti. Tutte le strade di accesso a ufficiali tedeschi fu fondamentale per la liberazione di
Forno e alle valli attigue furono sbarrate. Tre colonne di parte della popolazione.
soldati tedeschi marciarono sulla valle del Frigido. Il Così descrisse quel drammatico incontro Pietro Del
piccolo nucleo di partigiani rimasti a difesa del paese, Giudice, uno dei pochi testimoni sopravvissuti all’eccidio:
dapprima fece esplodere le mine sul monte Bizzarro per “i tedeschi entravano in paese furibondi scatenandosi contro
28 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO III