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PAGINE DI STORIA







                  IL MARESCIALLO CIRO SICILIANO



                                            EROE DI FORNO





            Il 13 giugno 1944, Forno, piccolo comune                             rischio liberamente accettato nella consa-
            nel cuore delle Alpi Apuane, fu teatro                                  pevolezza della missione cui si è chiamati
            di  uno  dei  più  sanguinosi  crimini                                     al servizio degli altri. Il Maresciallo
            della Seconda Guerra Mondiale:                                              Siciliano andò ben oltre il proprio
            quasi tutta la popolazione adulta                                             dovere.  A  rileggere  le  testimo-
            maschile del paese, condotta in-                                               nianze  dei  pochi  sopravvissuti
            nanzi ad un plotone di esecu-                                                  alla strage, gli atti o le cronache
            zione nazista, fu barbaramente                                                 sull’episodio, emerge immedia-
            fucilata.  L'eccidio  avrebbe  as-                                             tamente l’eroicità del sacrificio
            sunto  sicuramente  dimensioni                                                 di Ciro Siciliano. Quel 13 giugno
            più tragiche senza l’intentervento                                            1944  il  comandante  della  Sta-
            del giovane Maresciallo Ciro Si-                                             zione di Forno non era in caserma,
            ciliano,  comandante  della  locale                                         si trovava in licenza di convalescenza
            Stazione  dei  Carabinieri.  L’intento                                    perché affetto da febbre alta. Saputo
            dei nazi-fascisti era quello di giustiziare                            quanto stava accadendo a Forno avrebbe
            tutta la popolazione civile di Forno, colpevole                     potuto mettersi in salvo con la sua famiglia,
            di aver fraternizzato con i partigiani che avevano           magari  nascondendosi  nei  boschi.  Chi  avrebbe
            occupato il paese pochi giorni prima. Il Maresciallo Si-  osato accusarlo di viltà o di tradimento? Sapeva che se
            ciliano, scampato al rastrellamento dei tedeschi, appena  fosse tornato indietro e si fosse presentato ai tedeschi
            avuta notizia di quanto questi ultimi stavano per fare in  difficilmente avrebbe avuto scampo. Sicuramente sarebbe
            paese, con straordinario senso del dovere, senza preoccuparsi  stato accusato di collaborazionismo con i partigiani, ai
            minimamente dei rischi che correva, si recò subito presso  quali  aveva  lasciato  occupare  pochi  giorni  prima  la
            il comando germanico per chiedere la liberazione degli  caserma dei Carabinieri e il paese senza opporre resistenza.
            ostaggi  civili  e  dei  suoi  quattro  carabinieri.  In  tutti  i  I suoi legami familiari rendevano ancor più precaria la
            modi il sottufficiale cercò di evitare la rappresaglia. Con  sua situazione. Il suocero infatti era conosciuto da tutti
            il  suo  intervento,  offrendo  la  propria  vita  in  cambio,  come un accanito antifascista mentre il cognato era un
            riuscì a ottenere la liberazione degli uomini inabili, delle  partigiano alla macchia. Eppure Ciro Siciliano non esitò
            donne,  dei  bambini  e  dei  religiosi  di  Forno.  Così  nel  un istante a tornare indietro. Indietro dai suoi cittadini e
            tardo  pomeriggio  Siciliano,  insieme  agli  altri  uomini  dai suoi carabinieri che avevano bisogno del suo aiuto,
            rimasti prigionieri dei tedeschi, fu giustiziato. Prima di  intrappolati nella stazione sotto la minaccia delle mitra-
            giungere  davanti  al  plotone  di  esecuzione,  Ciro,  ben  gliatrici tedesche.
            consapevole che il suo non sarebbe stato un sacrificio  Era  rimasto  sconcertato  il  Maresciallo  Siciliano  quel
            vano,  sbottonandosi  la  camicia  e  mostrando  il  petto,  giorno di settembre del 1938 quando aveva messo piede
            esclamò le frase “sono pronto!”.                        per la prima volta in quel piccolo agglomerato urbano
            Per un carabiniere rischiare la propria vita per la tutela  fatto di casupole disseminate su impressionanti speroni
            della legalità, per garantire l’incolumità dei cittadini o  rocciosi.  Non  giovava  affatto  alla  sua  salute  il  clima
            per  la  salvaguradia  delle  istituzioni  non  è  raro.  È  un  umido tipico di quella valle attraversata dal fiume Frigido.



                                                                      NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO III  25
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