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CRONACHE DI IERI
Gli anni di quei
drammatici
i contadini uniti in cooperativa. Messo in sicurezza il avvenimenti erano
territorio, fu ordinato al gruppo di partire alla volta
di Piacenza. Per questo motivo, nella mattinata di
quel 28 ottobre, Gai si trovò, insieme ai suoi ragazzi, caratterizzati
nella stazione di Fiorenzuola. Il racconto dello scontro
che seguì, tramandato ufficialmente, è un capolavoro dall’intransigenza
dell’insabbiamento, dell’omertà e della falsificazione:
si vorrebbe far intendere che si trattò di un malinteso,
di eccessivo nervosismo da entrambe le parti; che i estremista del
colpi partirono dai fucili, ma non si voleva uccidere;
che in fondo i due gruppi erano dalla stessa parte… cosiddetto “biennio
Questa ricostruzione non mi ha mai convinto. Ho
chiesto pertanto di accedere alla documentazione cu- rosso” e dalla
stodita presso l’Archivio dell’Ufficio Storico dell’Arma.
Ho avuto così modo di leggere il rapporto redatto
dall’allora Tenente Alberto Casagrande. violenza delle
Secondo questa versione, che ritengo maggiormente
veritiera e coerente in quanto non condizionata da camicie nere
ingerenze e pressioni, i fatti si svolsero molto diversa-
mente da quanto divulgato e conosciuto fino ad oggi.
Il Brigadiere Gai, comandante del drappello, dovendo stoni, approfittando del momento, balzarono im-
recarsi presso la caserma per espletare alcune formalità provvisamente tra i Carabinieri. Iniziarono una col-
(acquisire i fogli di viaggio), si avviò a piedi dalla sta- luttazione con l’intenzione di togliere anche a loro i
zione verso la Tenenza. Giunto in piazza Cortesi si moschetti. I militari resistettero, ma furono sopraffatti
trovò di fronte a duecento fascisti armati, guarda il dalla moltitudine. All’improvviso si udì nella mischia
caso, proprio quelli che aveva dovuto tenere sotto un colpo di arma da fuoco, esploso da parte dei
controllo nella zona di Chiaravalle. Questi circondarono fascisti, e ciò bastò in quel momento di grande ecci-
minacciosamente il sottufficiale, lo immobilizzarono tazione generale perché altri numerosissimi colpi se-
e lo disarmarono. Gai allora, divincolatosi, corse alla guissero, sempre dalla stessa parte.
stazione. Caddero morti: il Brigadiere Vincenzo Gai, colpito
Ritornò immediatamente in piazza accompagnato dal proiettile di un fucile da caccia alla schiena e il
dai suoi Carabinieri e cercò di recuperare l’arma in- Carabiniere Giovanni Marello, colpito da una fucilata
debitamente sottratta. all’addome. Furono feriti anche altri nove militari.
Le camicie nere, dopo un momento di sbandamento Tra i fascisti vi fu un solo ferito grave, Attilio Bragalini.
e smarrimento si fecero intimidatorie ed aggressive. Il giovane morì il 31 ottobre. Fu considerato un eroe,
Il comandante ordinò ai Carabinieri di assumere la ma dalla ritrovata autopsia, risulta oggi che fu colpito
posizione di crociat’et (pronti a caricare e sparare). da un fucile da caccia, e quindi da fuoco “amico”.
Gai, con un gesto distensivo, avanzò allora per parla- Lo scontro continuò per molti minuti in un concitato
mentare ed ottenere la restituzione del maltolto in corpo a corpo: dei 22 carabinieri, 15 furono malmenati
modo pacifico. I fascisti armati di fucili, pistole e ba- e disarmati. In quel momento arrivò il comandante
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 5 ANNO II 7