Page 7 - Notiziario 2017-5
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CRONACHE DI IERI




                                                                           Gli anni di quei


                                                                               drammatici



            i contadini uniti in cooperativa. Messo in sicurezza il    avvenimenti erano
            territorio, fu ordinato al gruppo di partire alla volta
            di  Piacenza.  Per  questo  motivo,  nella  mattinata  di
            quel 28 ottobre, Gai si trovò, insieme ai suoi ragazzi,           caratterizzati
            nella stazione di Fiorenzuola. Il racconto dello scontro
            che seguì, tramandato ufficialmente, è un capolavoro        dall’intransigenza
            dell’insabbiamento, dell’omertà e della falsificazione:
            si vorrebbe far intendere che si trattò di un malinteso,
            di eccessivo nervosismo da entrambe le parti; che i              estremista del
            colpi partirono dai fucili, ma non si voleva uccidere;
            che in fondo i due gruppi erano dalla stessa parte…       cosiddetto “biennio
            Questa  ricostruzione  non  mi  ha  mai  convinto.  Ho
            chiesto pertanto di accedere alla documentazione cu-              rosso” e dalla
            stodita presso l’Archivio dell’Ufficio Storico dell’Arma.
            Ho avuto così modo di leggere il rapporto redatto
            dall’allora Tenente Alberto Casagrande.                          violenza delle
            Secondo questa versione, che ritengo maggiormente
            veritiera e coerente in quanto non condizionata da                camicie nere
            ingerenze e pressioni, i fatti si svolsero molto diversa-
            mente da quanto divulgato e conosciuto fino ad oggi.
            Il Brigadiere Gai, comandante del drappello, dovendo    stoni,  approfittando  del  momento,  balzarono  im-
            recarsi presso la caserma per espletare alcune formalità  provvisamente tra i Carabinieri. Iniziarono una col-
            (acquisire i fogli di viaggio), si avviò a piedi dalla sta-  luttazione con l’intenzione di togliere anche a loro i
            zione verso la Tenenza. Giunto in piazza Cortesi si     moschetti. I militari resistettero, ma furono sopraffatti
            trovò di fronte a duecento fascisti armati, guarda il   dalla moltitudine. All’improvviso si udì nella mischia
            caso,  proprio  quelli  che  aveva  dovuto  tenere  sotto  un  colpo  di  arma  da  fuoco,  esploso  da  parte  dei
            controllo nella zona di Chiaravalle. Questi circondarono  fascisti, e ciò bastò in quel momento di grande ecci-
            minacciosamente il sottufficiale, lo immobilizzarono    tazione generale perché altri numerosissimi colpi se-
            e lo disarmarono. Gai allora, divincolatosi, corse alla  guissero, sempre dalla stessa parte.
            stazione.                                               Caddero  morti:  il  Brigadiere Vincenzo  Gai,  colpito
            Ritornò  immediatamente  in  piazza  accompagnato       dal proiettile di un fucile da caccia alla schiena e il
            dai suoi Carabinieri e cercò di recuperare l’arma in-   Carabiniere Giovanni Marello, colpito da una fucilata
            debitamente sottratta.                                  all’addome.  Furono  feriti  anche  altri  nove  militari.
            Le camicie nere, dopo un momento di sbandamento         Tra i fascisti vi fu un solo ferito grave, Attilio Bragalini.
            e smarrimento si fecero intimidatorie ed aggressive.    Il giovane morì il 31 ottobre. Fu considerato un eroe,
            Il comandante ordinò ai Carabinieri di assumere la      ma dalla ritrovata autopsia, risulta oggi che fu colpito
            posizione di crociat’et (pronti a caricare e sparare).  da un fucile da caccia, e quindi da fuoco “amico”.
            Gai, con un gesto distensivo, avanzò allora per parla-  Lo scontro continuò per molti minuti in un concitato
            mentare  ed  ottenere  la  restituzione  del  maltolto  in  corpo a corpo: dei 22 carabinieri, 15 furono malmenati
            modo pacifico. I fascisti armati di fucili, pistole e ba-  e disarmati. In quel momento arrivò il comandante




                                                                      NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 5 ANNO II 7
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