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AREE PROTETTE / L’altopiano del Cansiglio
CANSEI, UN CATINO DI
Una delle più belle foreste d’Italia viene gestita dalla
Forestale e dalla Regione Veneto, il paradiso dei cervi e delle
tradizioni legate alla pastorizia
di Gabriele Salari
uperata Conegliano si prosegue per Vittorio
Veneto. È questa la porta del Cansiglio,
Cansei, come si dice in Veneto. Si abbandona-
S no pian piano i vigneti del prosecco e si sale
in montagna, l’aria si fa più frizzantina e si apre poi
all’improvviso un vasto pianoro bordato da boschi.
Subito si nota il curioso fenomeno dell’inversione ter-
mica, per il quale si trova l’abete rosso alle quote
inferiori e il faggio a quelle superiori. Dalla cima del
monte Pizzoc – da dove si vede anche il campanile
di San Marco a Venezia nelle giornate terse – questo
appare ancora più chiaramente, così come si perce-
pisce che il Cansiglio è un vero e proprio catino
naturale, paradiso dei cervi e di tanti altri animali.
Siamo a soli 1.000 metri ma qui si raggiungono tem-
perature tra le più basse del nostro Paese, anche -37,
e il paesaggio contrassegnato dal carsismo, da doline
e inghiottitoi, affascina e intimorisce il visitatore. Il
Bus della Genziana è una riserva ipogea gestita dalla
Forestale dove si allenano gli speleologi scendendo
per corridoi e cunicoli lunghi tre chilometri che si tro-
vano a oltre 500 metri sotto il suolo. Chissà quanti
animali saranno caduti inavvertitamente in quelle
fosse.
Tanto che al Bus de la lum (Buco della luce), una
foiba che scende in profondità per circa 200 metri, si
dice si sviluppassero dei fuochi fatui per via dell’e-
manazione di gas dovuti alla decomposizione degli
animali.
A pochi passi da qui si trova il Posto fisso dell’Ufficio
tutela biodiversità di Pian del Cansiglio, immerso nel
verde e confinante con un campo da golf dove,
appena scende la notte, arrivano i cervi a brucare
l’erbetta riccamente concimata e pettinata. © G. Salari
12 - Il Forestale n. 46