Page 8 - Calendario 2005
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L a signora Matranga era fimmina risoluta e di
parola imperativa.Suo figlio Marcuzzo,dodicino,assittato
allato a lei,era vagnato di sudore.“Marescià, Marcuzzo, questo
figlio mè, è uno sdilinquente tali e quali a sò patre! Ogni matina
inveci di andari alla scola, sinni va a spasso campagne
campagne e non sente né prighere né vastonate! Io non ce la fazzo
più, Marescià! Mi facisse la carità, ci parlasse vossia”. Rientrava nei suoi
compiti istituzionali rimproverare uno scolaro che
non aviva gana di studiare?Forse,anzi certamente,
no.Ma se si rifiutava,cosa avrebbe detto di lui in
1 M s. Albino
paisi la signora Matranga a tutte le clienti del suo
2 M s. Simplicio
negozio di frutta e verdura?Parlò a Marcuzzo, 3 G s. Tiziano
sempre più atterrito e sudatizzo,per una decina di 4 V s. Casimiro
5 S s. Romeo
minuti.Alla fine il dodicino solennemente giurò di
6D s. Lucio
non fare più assenze e la signora Matranga 7 L ss.Perpetua
s’addichiarò soddisfatta.Smesso l’abito di sostituto e Felicita
pater familias gli toccò d’indossare subito dopo 8 M s. Giovanni di Dio
9 M s. Francesca Romana
quello di giudice di pace per una facenna di confini
10 G s. Attalo
tra la terra di Gaspano Mongitore e quella di 1 1 V s. Costantino
Girlanno Dibetta.Mettere d’accordo Mongitore e 12 S s. Massimiliano
13 D s. Eufrasia
Dibetta,contadini di testa più dura delle pietre che
14 L s. Matilde
costituivano l'ottanta per cento delle loro terre,fu 15 M s. Luisa de Marillac
cosa longa e laboriosa che però si concluse 16 M s. Eriberto
17 G s. Patrizio
felicemente sia pure nella tarda matinata.Verso le
18 V s. Cirillo
quattro del doppopranzo,del tutto inatteso,si vitti 19 S s. Giuseppe
spuntare in ufficio a don Michele Spampinato,da solo tre anni parroco 20 D s. Claudia - Le Palme
21 L s. Benedetto
del paisi. “Maresciallo, vorrei premettere che la mia è una visita, come
22 M s. Lea
dire, privata”. “Si accomodi”- disse il maresciallo andando a chiudere la 23 M s. Domizio
porta dell’ufficio “Mi dica”. “Lei sa che circa un mesetto fa è deceduta la 24 G s. Baronio
25 V Annunciazione
signora Marta Barbaro?” “Sì”. “Sa anche che da quel giorno Ciccino, il
di Nostro Signore
vedovo, non vuole più vedere nessuno? Nemmeno la sorella che pure è 26 S s. Emanuele
andata a trovarlo almeno tre volte senza essere mai riuscita a entrare in 27 D Pasqua di Resurrezione
casa?” “L’ho inteso dire”. “Bene. Stando così le cose ho ritenuto mio dovere, 28 L dell’Angelo - s. Gontrano
29 M s. Secondo
stamattina presto, dopo la prima Messa, di andare da lui per portargli 30 M s. Zosimo
una parola di conforto. Ci ho messo più di un’ora, in parte col motorino e 3 1 G s. Beniamino
in parte a piedi, per raggiungere la casa. C’ero stato altre volte per la
Benedizione pasquale. E’ stato un viaggio inutile”.“Non le ha aperto?” Il
parrino si cataminò tanticchia a disagio sulla seggia. “Si ricorda com’è la
casa? E’ a un piano, in mezzo a un orto protetto da una palizzata fatta di
rami e con al centro un cancelletto. Io mi sono fermato proprio lì e ho chiamato. Nessuno ha risposto, ma io ho
continuato a chiamare. Finalmente, quando non avevo più voce, la finestra del
piano superiore s’è aperta, ma Ciccino non si è affacciato. Sempre fermo al
cancelletto, gli ho detto che volevo parlargli. Per tutta risposta lui mi ha
mandato via in malo modo”. “Cosa intende per malo modo?” Il maresciallo
aviva avvertito una certa reticenza nelle parole del parrino e la cosa non
gli era piaciuta. Don Michele, sempre più a disagio, s’asciucò la fronte
col fazzoletto. “Ecco, maresciallo, ho fatto una premessa…se ne
ricorda, vero?…la mia è una visita privata…Non
vorrei portare danno a un povirazzo
che…” “Don Michele, ho capito benissimo
quello che lei vuole. E per quanto mi è
possibile…Però parli”. “Ha sparato”. “A lei?”-
spiò strammato il maresciallo. “A me no. Ha
imbracciato un fucile da caccia e ha sparato un
colpo. Ma lei capisce, Ciccino non ci sta più tanto
con la testa, è armato, può rappresentare un pericolo per sé e per gli altri”.