Page 22 - Calendario 2005
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E      ra invece la faccia coi baffetti sottili



                                         di un picciotto di una vintina d’anni,
                                        simpatico, sorridente.Aviva un’ariata
                                      spavalda d’altri tempi.Teneva il colletto della
                                       cammisa bianca aperto e rivoltato sul collo
                                       della giacchetta,alla sportiva,come si usava
                                        verso gli anni ’40,e macari i capelli erano
                                     dell’epoca,pittinati lisci lisci e impiccicati sulla
                                    testa da una spessa passata di brillantina. Il
                                  picciotto portava inoltre un piccolo distintivo
                all’occhiello, impossibile capire di cosa si trattava, ma dalla forma al
             maresciallo venne in mente che potiva essiri il distintivo fascista che allora
               era obbligatorio mettere in mostra.La foto risaliva a quegli anni,non c’era
               dubbio. “Lo conosci?” “Mai visto”. “Sicuro? Vedi, Ciccino, questa fotografia è
                stata fatta di certo verso il 1940 e quindi…” “E quindi io non c’ero, allura, in
                                                                                     1 G s. Egidio
              paisi”. Il maresciallo con l’unghia tirò fora la piccola foto in parte sbiadita,la  2 V s. Broccardo
               girò,darrè non c’era scritto nenti,la rimise a posto.“E dov’eri?”-spiò.“A fari la  3 S s. Gregorio Magno
                                                                                     4D s. Rosalia
             guerra”-disse Ciccino.“Quanti anni avevi?” “Nel ’40? Avivo vintidù anni, ma ero
                                                                                     5 L s. Vittorino
               sutta all’armi da quanno ni aviva diciannovi. Appena scoppiò la guerra, mi  6 M s. Eva
             spedirono al fronti. Prima in Francia, appresso in Libia”. “Quando sei tornato  7 M s. Grato
                                                                                     8 G Natività di Maria Vergine
                    aBelcolle?” “Tardo. Gli inglisi mi pigliaro
                                                                                     9 V s. Tiburzio
              prigionero e mi portaro in India. Tornai                              10 S s. Nicola da Tolentino
            che era il 1947. Avivo vintinovi anni”. “Eri                            11 D s. Teodora
              l’unico figlio mascolo?” “No. C’era me                                12 L s. Guido
                                                                                    13 M s. Giovanni
             frati Antonio, ma lo mannarono in                                             Crisostomo
               Russia e non tornò più. A farla                                      14 M Esaltazione
               brevi, doppo tanticchia che ero                                             Santa Croce
                                                                                    15 G Beata Vergine
                arrivato, mè patri e mè matri                                              Addolorata
                   accomenzarono a parlare di                                       16 V s. Cipriano
               matrimonio. Mi dicivano, ed era veru,                                17 S s. Roberto Bellarmino
                                                                                    18 D s. Eustorgio
              che io oramà stavo addivintanno troppo
                                                                                    19 L s. Gennaro
                 vecchiu per maritarmi”. “E tu?” “Io ero ancora                     20 M s. Eustachio
              troppo strammato, troppo confuso per tutto quello che avivo visto e avivo  2 1 M s. Matteo
                                                                                    22 G s. Maurizio
              passato. La guerra, i compagni morti, la prigionia, la fame. Non arrinisciva a
                                                                                    23 V s. Pio da Pietrelcina
             rimettermi”. “Che facevi?” “Caminavo. Mi sono fatto a pedi tutte le muntagne  24 S s. Pacifico
             torno torno. Appresso m’addecisi. Avivo posato l’occhi supra a una picciotta,  25 D s. Firmino
                                                                                    26 L ss.Cosma e Damiano
                 Marta Bianco, che aviva tri anni meno di mia e che ci accanoscevamo da
                                                                                    27 M s. Vincenzo de’ Paoli
              picciriddi. Mentre ero in prigionia, qualche volta ci pinsai a Marta. Mi spiavo  28 M s. Venceslao
             se aviva trovato un partito bono, se aviva figli. Doppo che tornai  seppi da mè  29 G ss.Michele, Gabriele
                                                                                           e Raffaele Arcangeli
              soro Gasparina che Marta non solo non si era maritata, ma non aviva avuto
                                                                                    30 V s. Girolamo
               manco ziti. Era come se voliva aspittarmi. Ci maritammo nel 1950. Figli non
              ne sono vinuti. Abbiamo campato per quarantatrì anni d’amuri e d’accordo.
              Non ci siamo mai lassati. Non c’è stata una notti che non abbiamo dormuto
               ‘nzemmula. Una matina che non abbiamo rapruto l’occhi ‘nzemmula. E ora sta bella surprisa. Vinissi con mia”.Si
              susì a fatica,principiò ad acchianare la scala.Il maresciallo lo seguì.Nella cammara di sopra il letto matrimoniale
             era in ordine,cummigliato da una coperta.Allato c’era invece una brandina con il linzolo stazzonato che strisciava
                                                             ‘n terra,il cuscino era addivintato giallognolo.“Da quanno
                                                            Marta è morta, non arrinescio più a dormire solo nel letto
                                                                  granni”– fece Ciccino con la voce che gli si spezzava.
                                                            “Ragioniamo”-principiò il maresciallo.“Che voli ragionare?”
                                                             “Stammi a sentire. Quella foto risale al ’40. Quindi la storia
                                                          tra Marta e questo picciotto, se c’è stata, è capitata prima, del
                                                              vostro matrimonio”. “D’accordo con vossia”- disse fermo
                                                            Ciccino-“ma nella testa di mè mogliere questa storia non è
                                                                        finita mai. Il medaglione lo dimostra. E io sto
                                                                          niscenno pazzo. Devo almeno sapiri chi è”.
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