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PAGINE DI STORIA



















                                                       di CARMELO BURGIO


















                           na valutazione sull’operato dell’Arma a  Torniamo ora alla vicenda fiumana. Prima del rientro
                           Fiume fu fatta a Nitti dal Generale Ca-  del Capitano Vadalà e dei suoi carabinieri, il governo
                           viglia, che sostituì Badoglio e diresse più  aveva affidato l’incarico di Badoglio, promosso a Capo
                           tardi le operazioni di rioccupazione della  di Stato Maggiore del Regio Esercito, al suo eterno ne-
            Ucittà. Se stigmatizzò che fossero rimasti              mico, il capace Generale Caviglia, che dell’altro fu acer-
            in Fiume un certo numero di militi, sostenne che si fos-  rimo  avversario.  Nelle  sue  memorie  rammenterà  le
            sero comunque comportati a tutela dell’ordine e della   responsabilità di Badoglio a Caporetto, anche per via
            sicurezza pubblica, suggerendo che il Vadalà fosse man-  del fatto che era stato lui, al comando del corpo d’ar-
            tenuto in servizio. Aggiunse anche che a quel punto     mata viciniore, ad aver salvato i resti delle truppe del
            avrebbe preferito fossero rimasti a Fiume fino alla fine,  collega, sparito dalla scena e rimasto privo di collega-
            prevenendo altri disordini e eccessi. Propose un enco-  menti, ma ugualmente – e sorprendentemente – deco-
            mio per il comandante la divisione di Trieste, Tenente  rato di medaglia di bronzo per non meglio specificati
            Colonnello Da Pozzo, nulla per Vadalà, e ciò è di per sé  meriti durante la ritirata.
            eloquente della valutazione fatta dal rigorosissimo Ca-  D’Annunzio, falliti i tentativi di costringere l’Italia ad
            viglia: Vadalà aveva defezionato, ancorché in seguito la  annettere Fiume, nel settembre del 1920 fece approvare
            sua presenza a Fiume fosse stata in qualche modo utile.  una costituzione, la “Carta del Carnaro”, che trasfor-
            Non era tuttavia quello che potremmo definire un in-    mava la città in uno stato indipendente. Caviglia, tut-
            filtrato delle legittime istituzioni. In quanto alla cle-  tavia, non gli concesse spazi, a differenza di quanto
            menza  nei  suoi  confronti,  in  un  momento  di  grave  praticato da Badoglio che aveva cercato di mantenere
            destabilizzazione delle Forze Armate, fu coerente alle  sempre aperto il dialogo, forse ritenendo che l’annes-
            direttive a livello centrale che indicavano la necessità di  sione di Fiume fosse inevitabile e che alla fine un at-
            recuperare tutti gli elementi che avessero abbandonato  teggiamento dilatorio e ondivago – per lui abbastanza
            d’Annunzio. Interventi punitivi esemplari immediati     usuale – lo avrebbe premiato.
            avrebbero infatti potuto indurre in chi fosse rimasto a  La tensione aumentò, anche per il susseguirsi di colpi di
            Fiume una sorta di sindrome da ultima spiaggia, spin-   mano condotti dalle unità di d’Annunzio contro i presidi
            gendo i reprobi a non cedere.                           del  Regio  Esercito  che  tenevano  in  scacco  Fiume.



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