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PAGINE DI STORIA
di CARMELO BURGIO
on l’ingresso delle forze dan- In città si ebbe un rapido deteriorarsi dell’ambiente, con
nunziane il 12 settembre 1919, l’afflusso di agitatori politico-sindacali e individui col-
il Maggiore dell’Arma Ram- pevoli di reati comuni. Questi, poco inclini alla disci-
poni ebbe inizialmente ordine plina, provocarono i primi scontri.
di rimanere a Fiume per tute- A peggiorare la situazione accadde che, per rifornirsi,
lare gli alleati. Alle 22 del 13, alla luce del blocco navale imposto dalle autorità italiane,
seguendo gli intendimenti del d’Annunzio autorizzasse atti di pirateria. Il 19 settembre
CGenerale Nicolis di Robilant, il primo dirottamento di un piroscafo, il Venezia, partito
nessuna unità regolare italiana doveva rimanere in città, da Trieste per Pola, abbordato all’altezza di Rovigno da
si decise pertanto che la partenza dei CC.RR. sarebbe ufficiali e Arditi che lo condussero a Fiume. Il 1° ottobre
avvenuta il mattino seguente e il Tenente Tortorella si toccò al piroscafo Presidente Beker, da Ancona diretto a
recò al comando dannunziano per ottenere dei lascia- Sebenico, scortato dai Carabinieri Giovanni Burocchi
passare. Ottenutili, l’ufficiale e una cinquantina di cara- e Aldobrandino De Luca, della Tenenza di Ancona
binieri della compagnia esterna si diressero verso Abbazia (vedi Notiziario Storico N. 5 Anno IV, pag. 96). Prima
e poco dopo furono raggiunti dal loro comandante, Ca- della partenza s’imbarcarono alcuni ufficiali e quando
pitano Rocco Vadalà, intenzionato invece a rimanere in la nave giunse in mare aperto, pistole in pugno, intima-
città. Aveva un forte ascendente e ben 7 decorazioni al rono al comandante di dirigersi su Fiume e imposero
valor militare, decisero di seguirlo 3 sottufficiali e 14 ai carabinieri di non opporre resistenza. Alle prime ore
militari. Questo cattivo esempio ebbe conseguenze, e del mattino del 3 il piroscafo raggiunse Fiume e poco
anche nella compagnia interna si ebbero defezioni. dopo fu ucciso il carabiniere Burocchi. In base alle re-
Il 28 settembre 1919 il Vadalà disponeva di 73 tra sot- lazioni dell’Arma di Trieste “un tenente non ancora iden-
tificato, ritornò dopo a bordo accompagnato da due arditi
tufficiali e truppa, in seguito altri 50 lo raggiunsero, se-
fu denominato Legione Vadalà, ebbe compiti di ordine binieri che si trovavano in coperta di sbarcare, dicendo che
del XXII reparto d’assalto dai quali fece intimare ai cara-
guiti da 10 elementi appena arrivati a Trieste. Il reparto
Sul fronte opposto i vari posti di sbarramento sulla linea
essi erano due antitaliani perché durante la traversata si
e sicurezza pubblica, inoltre i civili in uscita da Fiume
avrebbero dovuto essere muniti di lasciapassare o pas-
saporto firmato dall’ufficio passaporti o dal capitano.
armistiziale, ove operavano anche elementi dell’Arma
appartenenti a Sezioni mobilitate e organizzazione ter-
ritoriale, furono coinvolti in alcuni incidenti in occa-
sione di tentativi di forzamento da parte di unità che
defezionarono, o ad opera di nuclei fiumani che tenta-
vano colpi di mano per impadronirsi di veicoli, armi,
cibo e vestiario in danno dei reparti regolari. Le truppe
fedeli a d’Annunzio annoveravano forti aliquote di Ar-
diti, coraggiosi, spregiudicati, spesso violenti, facili al-
l’uso delle armi e la situazione assunse toni d’estrema
tensione, anche perché talora l’opposizione di alcuni re- IL CARABINIERE
parti del Regio Esercito fu solo fittizia. GIOVANNI BUROCCHI
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 6 ANNO IV 5