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PAGINE DI STORIA
Pagine della lotta al brigantaggio
che ancora dividono la storiografia
di CARMELO BURGIO
on l’annessione del meridione, a seguito della trollo della frontiera pontificia e dei maggiori centri, la-
Spedizione dei Mille del 1860, l’Italia dovette sciando alle forze dell’ordine i piccoli abitati, ma tale in-
C affrontare la piaga del brigantaggio che assunse dirizzo si dimostrò inefficace e obbligò ad intervenire
connotazioni di particolare virulenza, sfruttato e ali- in misura massiccia. Crebbe anche il dispositivo della
mentato in funzione anti-unitaria dai Borbone per tor- Guardia Nazionale, potenziata dalla costituzione di bat-
nare al trono. Era già avvenuto al tempo dell’invasione taglioni mobili posti alle dipendenze del Ministero della
francese a inizio secolo, con Murat re di Napoli, la casa Guerra. Il rendimento della Guardia Nazionale fu estre-
regnante fuggita in Sicilia, e la rivolta dei sanfedisti. mamente diversificato: poteva dimostrarsi inefficiente,
Oggi il progetto potrebbe far sorridere, ma aveva la sua a volte collusa, ma in qualche caso fu straordinariamente
teorica realizzabilità, ove fosse stato raccolto adeguato efficace, anche adottando metodi sbrigativi. Emerse al-
sostegno internazionale. La neonata Italia, pur suppor- tresì che nella GN a volte confluissero malavitosi, se non
tata dalla Gran Bretagna, era in attrito con l’Austria, e ex briganti, e si rese protagonista in più occasioni di sac-
con la Francia la questione romana, che vedeva Napo- cheggi e violenze che, secondo le considerazioni di uf-
leone III difendere lo Stato Pontificio, non garantiva ficiali dell’esercito, fecero di alcuni reparti “gente non solo
serenità. Comprensibile poi il sostegno del Papa al bri- retriva ma pure pericolosa”. Peraltro, se avesse agito nel
gantaggio ammantato di legittimismo: l’esistenza dello pieno rispetto delle leggi, avrebbe costituito il bersaglio
Stato Pontificio era legata alla divisione della penisola: preferito dei briganti, le cui intimidazioni ne frenarono
l’unificazione sotto i Savoia era correttamente ritenuta l’operato. Le bande agivano con tattiche di guerriglia:
prodromica alla fine del potere temporale. colpire il nemico dove era più debole e ricercare la sor-
Nei territori di recente annessione furono schierati i presa, sfruttando condizioni favorevoli di terreno e ap-
Carabinieri Reali e fu attivata la Guardia Nazionale [mi- poggio delle popolazioni. Operazioni caratteristiche le
lizia territoriale di cittadini volontari e più tardi di con- invasioni di paesi con assalto alle sedi della Guardia Na-
gedati dal servizio di leva, inizialmente istituita in zionale per rifornirsi di armi e munizioni, il saccheggio
Piemonte nel 1848 come “Milizia comunale”. Nel 1861 di case di liberali, le ritorsioni nei confronti di delatori,
venne estesa a tutti i nuovi territori del regno con il attacchi a diligenze e corrieri postali, imboscate, atten-
nome di Guardia Nazionale, assorbendo le milizie pre- tati, sabotaggi, devastazioni di masserie e proprietà di
unitarie similari. Ndr], ma apparve presto evidente privati, requisizione di cavalli e bestiame. I rifornimenti
come queste istituzioni fossero insufficienti a sedare di armi e munizioni, oltre che dalle razzie e dalle prede
quella che assunse i connotati di rivolta avente anche in caso di eliminazione di pattuglie di militari e Guardie
matrice politica, per cui si dovette far ricorso al Regio Nazionali, provenivano anche dall’estero: per le bande
Esercito, fin dal 1861. I vertici militari avocarono il con- operanti in frontiera mediante stoccaggio di materiali
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO IV 5