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PAGINE DI STORIA
Pontelandolfo del 14 agosto 1861. Si ricorda la i cui soldati finirono uccisi a colpi di scure, di
rappresaglia dei bersaglieri, meno che essa mazza, dilaniati dagli zoccoli di cavalli ecc. Sei
avesse seguito l’uccisione di 41 commilitoni militari, già gravemente feriti, furono mas-
del 36° fanteria e di 4 Carabinieri Reali da sacrati a colpi di mazza. Un cocchiere si se-
parte dei briganti. E se si riporta questa gnalò per il suo comportamento, facendo
parte della storia, a volte la si motiva con passare e ripassare dei cavalli al galoppo sopra
“crudeltà commesse da questi in passato”, non i corpi dei soldati, alcuni moribondi, altri solo
documentate. feriti ma impossibilitati a muoversi perché
Il 7 agosto 1861 briganti capeggiati da legati. Fu allora inviato un altro reparto mi-
Cosimo Giordano irruppero in Pontelan- litare, questa volta di ben maggiore forza,
dolfo. Saccheggiarono, incendiarono abi- comandato dal tenente colonnello Pier Eleo-
tazioni e pubblici registri, devastarono noro Negri e costituito da 400 bersaglieri.
edifici pubblici, rapinarono i passeggeri Quando entrarono a Pontelandolfo, il 14 ago-
della corriera postale, venne gravemente dan- sto del 1861, questi soldati, che già sapevano
neggiata la collezione d’arte del giudice Giosuè della strage dei propri commilitoni arresisi, vi-
De Agostini, e si ebbero anche diversi omicidi. dero che i loro stessi corpi erano stati smembrati
La cittadinanza si divise fra simpatizzanti, fug- ed appesi dai briganti come trofei in diverse parti
giaschi, vittime delle violenze e neutrali. Le au- della località, con il capo mozzo del tenente Bracci
torità, ignare delle dimensioni della banda e che era stato conficcato su d'una croce, come si è
dell’appoggio di parte della popolazione, invia- detto sopra.”
rono un reparto militare. L’11 agosto 1861 giun- Si salvò un sergente, sfuggito alla cat-
sero a Pontelandolfo il tenente Luigi tura o, secondo storici filo-borbonici,
Augusto Bracci e 41 elementi del 36° risparmiato perché promise che non
rgt. fanteria, unitamente a 4 carabinieri a avrebbe combattuto contro Fran-
piedi: il Brigadiere Maffei Giacomo Fran- cesco II: singolare che la folla
cesco, nato a Rivarolo del Re (CR) il 23 FANTE (1860) inferocita abbia accettato tale assicura-
aprile 1831, e i Carabinieri Maestroni Giacomo, nato a zione, e che non si siano affrettati a far lo stesso altri
Poncito il 4 aprile 1834, Ricciardi Valentino, nato a San soldati. Il superstite narrò l’accaduto al reparto di ber-
Carlo di Cirié (TO) il 17 marzo 1836, e Torelli Fran- saglieri inviato per la rappresaglia, che il 14 agosto sca-
cesco, nato a Montevarchi (AR) il 6 agosto 1829. En- tenò una nuova serie di efferatezze, pagate
trati in paese, assaliti da briganti e paesani, innanzi al probabilmente da coloro che, avendo minori responsa-
numero soverchiante ripiegarono prima in una torre bilità, non si erano dati alla macchia.
medievale, poi in direzione di Casalduni, ma furono cir- Sappiamo altri particolari dal diario di Carlo Margolfo,
condati e obbligati alla resa. 6 erano caduti in combat- cl. 1837, nato a Delebio sotto l’Imperiale Governo Au-
timento, 2 erano riusciti provvisoriamente a striaco. Iniziò la vita militare nel 1858 obbligato per 8
nascondersi. Subito dopo scattò il massacro, con torture anni nei Cacciatori dell’esercito imperiale. Alto m. 1,70,
inumane: “Il tenente Bracci fu torturato per circa otto ore, capelli castani, occhi bigi, prestante, fronte alta, folti
prima di venire ucciso a colpi di pietra. La testa gli fu ta- mustacchi, sguardo fiero e intelligente. Non amava l’Au-
gliata e venne infilzata su d'una croce, posta nella chiesa di stria e proseguì la carriera dopo il 1859, fino all’ottobre
Pontelandolfo. Una sorte analoga toccò a tutto il suo reparto, del 1869, nei bersaglieri dell’Armata Sarda prima, Regio
10 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO IV