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BIODIVERSITÀ / Poligoni militari


                                       UN POLIGONO






                                                     NATURALE














                                  Un’area straordinaria sul litorale romano,
                                      il  Poligono dovrebbe essere dismesso
                        Un’opportunità per creare presto un nuovo parco

                                                                         di Goffredo Filibeck

                      embra la savana”. Fu il primo  plastica e colture intensive. Dentro, invece,
                      commento, sconcertato, che    è cambiato ben poco. Non che la bonifica
                      scambiai con il collega con   del Duce non si sia fatta sentire: fu effettua-
                      cui ero entrato nel Poligono  to il prosciugamento dei ristagni d’acqua
          “ “SS Militare di Nettuno – Torre         maggiori, furono aperti canali, fu tagliato
          Astura. Quel lembo di natura sul mare, non  gran parte dell’antico “Cerreto di Astura”.
          lontano da Roma, confina direttamente con  Ma altre modifiche al territorio, dietro quel
          la disordinata conurbazione di Anzio e    muraglione col cartello giallo “limite invali-
          Nettuno: quale sorpresa, dopo aver valicato  cabile”, non ve ne sono state, né allora né
          l’alto muro che separa la zona militare dalla  dopo.
          città, trovarsi nelle Paludi Pontine del  Così, col passare del tempo, l’acqua si è
          primo Novecento!                          ripresa un bel po’ di quello che era suo,
          Milletrecento ettari del paesaggio prece-  complici anche i crateri scavati dai continui
          dente le bonifiche, “congelati” dalla pre-  tiri di artiglieria; e la cerreta, di cui comun-
          senza del Poligono di Artiglieria che è qui  que erano stati mantenuti alcuni lembi, sta
          addirittura dal 1888. In questi 120 anni,  ricolonizzando per vie naturali ampi spazi.
          fuori della recinzione è successo di tutto:  Il risultato: nove chilometri di stupenda
          nel periodo fascista, la bonifica integrale,  spiaggia sabbiosa, quasi tropicale. Dietro,
          con l’abbattimento delle immense foreste,  una duna alta e lunghissima, coperta di mac-
          il drenaggio delle zone umide, l’appodera-  chia mediterranea, non violentata da villette
          mento; a partire dagli anni Cinquanta, la  nè da strade (non è più così nemmeno nel
          speculazione edilizia più selvaggia, che ha  parco del Circeo!). Ancora dietro, la parte più
          trasformato Anzio e Nettuno in un’unica   straordinaria: un labirinto di decine e decine
          grande città, una muraglia di palazzoni di  di “piscine”, così nel Lazio venivano chiama-
          cemento direttamente sul mare; negli ultimi  ti gli stagni che crivellavano la pianura e che
          decenni, l’industrializzazione dell’agricol-  erano temuti perchè ospitavano la zanzara
          tura, che ha coperto tutto il resto di serre di  anofele, portatrice della malaria.


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