Page 33 - Il Forestale n. 41
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ERBE / Buone per le streghe


          LE STREGHE DI






          TRIORA







                   A maneggiare le erbe medicinali una volta si finiva per
                                             essere condannati per stregoneria

                                                            di Maurizio Messina e Francesca Samà



                  asseggiando per le strade di Roma, sono
                  giunto nei pressi del Pantheon dove  una
                  libreria esponeva un titolo inquietante che
                  ha attirato la mia curiosità: “Il pietrificatore
           P di Triora”, trecento pagine horror-noir scritte
           in modo alquanto funambolico da Ippolito
           Edmondo Ferrario, uomo d’arte e titolare di una
           nota galleria di Milano. Sfogliandolo non ho potuto
           fare a meno di andare indietro nel tempo. Mi è tor-
           nata in mente una vacanza estiva trascorsa a Triora,
           il borgo delle streghe, a pochi chilometri da
           Sanremo. Siamo nella provincia di Imperia, vicini a
           Taggia, notissima per il suo olio, dove il borgo
           medioevale di Triora domina dall’alto del “monte”
           Trono (circa 780 metri) la sottostante vallata.
           Triora è chiamato “il paese delle streghe” per via di
           un processo durato due anni, dal 1587 al 1589, con
           l’accusa di stregoneria rivolta a una cinquantina di
           persone, la cui documentazione è ancora conservata
           nelle antiche prigioni site al piano inferiore del loca-
           le museo etnografico. Le malcapitate, quasi tutte
           donne sottoposte ad inenarrabili torture, furono
           inviate presso il tribunale di Genova: alcune furono
           scagionate, altre morirono per i supplizi subiti.
           Dodici donne ed un uomo, pare, furono condannati
           al rogo, ma non si sa esattamente se la sentenza fu
           eseguita presso la “Cabotina” (o Casa delle streghe)
           o interrotta per discordanze tra autorità civili e
           religiose. In realtà la Cabotina era un semplice caso-
           lare, ancora oggi visibile, dove alcune donne si
           industriavano nella raccolta di erbe medicamentose.


                                                                        Il Forestale n. 41 - 33
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