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I più esperti riconosceranno
Papavero
azzeruoli, giuggiole, sorbe,
nespole, corbezzoli, corniole.
Ma alla frutta selvatica si aggiun-
ge, nelle campagne meno abitate e meno colti- addentrarsi a piedi verso i
vate, quella da alberi abbandonati, a cui nessuno luoghi migliori: esercizio fisico più
attinge. Soprattutto fichi, ciliegi, albicocchi, raccolta più immersione in bei paesaggi:
fichi d’india, meli, cachi, noci, noccioli, man- un bell’uso del tempo, anche con i bambini.
dorli, ulivi, castagni: meglio accertarsi però che Molte foglie e fiori sono buonissimi crudi in
davvero non interessino al proprietario del ter- insalata, altri sono ottimi in minestre, risotti,
reno. In molte città si può fare provvista di paste, frittate, torte dolci e salate. I frutti e i semi,
pinoli. freschi o in composta e in dolci, danno vitamine
e oligoelementi. Con altre piante, fatte essiccare
all’ombra – eccellenti i fiori di tiglio – si prepa-
Ma che la raccolta rano tisane squisite, con altre ancora pozioni
curative.
sia leggera
Come gli animali selvatici, anche erbe e frutti
spontanei richiedono cautela e rispetto. Insieme Collettività selvatiche
a cestini, forbici, guanti ed eventualmente un
bastone per battere il terreno o quasi
nelle aree a rischio vipere, Alla fine, l’attenzione alle erbe spontanee può
Rosa canina è essenziale un buon anche concretizzarsi in esperimenti comunitari e
manuale illustrato sulle “politici”. Il Comune montano di Capracotta
piante commestibili (Alto Molise) insieme al Movimento uomini e
selvatiche, pro- ragazzi casalinghi (Muc) si è fatto promotore di
prietà e usi. una Rete aperta a tutti i comuni italiani interes-
Meglio ancora un sati a rilanciare la filosofia e la pratica della
buon corso anche raccolta di erbe spontanee, con il loro successivo
informale, purché sul multiplo utilizzo. Ogni estate, si organizzano
campo, da parte di cicli di incontri, corsi sul campo, laboratori di
una persona pratica vita ecologica, convegni, officine di trasforma-
della materia. Si arriverà zione e cene dedicati soprattutto all’ortica.
facilmente a riconoscere decine Ed ecco un progetto di economia altra sognato
di specie senza rischi. Un altro dall’associazione Vivere con Cura: nei luoghi
rischio da evitare sono i pesticidi: alla ricchi di materia prima, creare laboratori (“orti-
larga da campi coltivati, se non bio. cherie”) in grado di valorizzare questa abbon-
Attenzione a non strappare le radici. dante materia prima ottenendone non solo ali-
Boschi e terreni privati, se non sono recintati, menti ma tessuti, carta, medicamenti; nei centri
sono in genere percorribili purché non si facciano urbani, avere luoghi non solo per la vendita dei
danni e ci si limiti a prelevare quel che è prodotti ma per corsi di autoproduzione,
selvatico. Ogni regione ha comunque regole seminari di cura ecc.
particolari, oltre a una lista di specie protette, da
guardare e non toccare; quindi conviene fare
una telefonata preventiva al Corpo forestale. Tratto dal capitolo “Racco-
Sarebbe uno sfacelo ecologico se schiere di rac- gliere” del libro La rivoluzio-
coglitori pretendessero di andar per erbe e frutti ne dei dettagli. Manuale di
arrivando in macchina o peggio in fuoristrada ecoazioni individuali e col-
– fino al ciglio delle more, alla radura del taras- lettive, Marinella Correggia,
saco e al bosco della rosa canina. Meglio uscire Feltrinelli, 2007.
dalla città in bici o con mezzi pubblici per poi
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