Page 7 - RelazioneAnnuale2017
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Tra i primi, non può non farsi cenno ad una iniziativa - avviata nelle sedi internazionali dalla D.C.S.A. - per il contenimento del fenomeno del narcotraffico perpetrato attraverso il metodo del cosiddetto “rip-on rip-off”, ossia la spedizione della droga posizionata all’interno di container utilizzati per il trasporto di merci lecite, spesso in transito nei porti di caricamento dello stupefacente, previa sostituzione dei sigilli doganali.
Ricorrendo alle potenzialità offerte dalla tecnologia, un sigillo elettronico applicato al container, in sostituzione di quelli di corrente utilizzo, potrebbe garantire l’integrità del carico, segnalando, via web, effrazioni finalizzate all’occultamento dello stupefacente. La proposta ha suscitato iniziali consensi ma ci vorrà del tempo per capire se potrà superare resistenze e difficoltà applicative.
In questo contesto, merita un cenno anche un’altra importante iniziativa, patrocinata dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, di concerto con le Università “La Sapienza” e “Cattolica del Sacro Cuore” di Roma nonché con il coinvolgimento della Procura Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo. Si tratta di un progetto di collaborazione scientifica per la caratterizzazione ed il profiling delle sostanze stupefacenti sottoposte a sequestro (eroina, cocaina e derivati della cannabis). L’iniziativa – affidata per la parte relativa alla chimica forense al Laboratorio Energia Nucleare Applicata dall’Università di Pavia (L.E.N.A.) – potrà accrescere il livello delle conoscenze sui luoghi di produzione degli stupefacenti, sui flussi e sulle modalità di stoccaggio nelle aree di destinazione e transito e consentire l’acquisizione di elementi probatori da valorizzare nel corso delle indagini ovvero nell’istruttoria dibattimentale.
Sul piano giuridico, invece, al fine di rafforzare l’accennata collaborazione tra i dispositivi di contrasto, la Direzione Antidroga – attraverso la propria Rete di Esperti per la Sicurezza ubicati presso le sedi diplomatiche dei Paesi maggiormente interessati dalle principali rotte del narcotraffico – ha promosso la negoziazione, sul piano bilaterale, di appositi “memorandum operativi antidroga”, tesi a promuovere la pianificazione di iniziative investigative congiunte contro il traffico della droga e dei relativi precursori, ricorrendo, ove possibile, alle cosiddette “operazioni speciali”.
Per valorizzare ulteriormente la figura dell’Esperto per la Sicurezza di estrazione antidroga, in un’ottica di definizione della “policy”, sono state anche predisposte, apposite linee guida con l’obiettivo di rendere l’attività di queste qualificate unità maggiormente aderente alle finalità istituzionali della Direzione Antidroga, quale organo di promozione e coordinamento delle attività investigative e di qualificato fornitore di servizi tecnico-investigativi a vantaggio dei reparti e degli uffici impegnati sul territorio.
Una specifica sottolineatura è da riservare anche al dato relativo agli stranieri coinvolti nel traffico e nello spaccio di sostanze stupefacenti. In linea con le rilevazioni degli anni precedenti, il loro numero, circa 14.000 unità, di cui oltre 10.122 in stato di arresto (+9,21% rispetto all’anno precedente), continua a rappresentare il 40% di tutti i denunciati per questo tipo di reato.
Si tratta, in prevalenza, di manovalanza extracomunitaria – per gran parte di provenienza marocchina, albanese, nigeriana, tunisina, gambiana e senegalese – addetta alla diffusione capillare dello stupefacente nelle piazze di spaccio nazionali, tenuto conto che tale numero si riduce a meno di 500 unità laddove si prenda in considerazione la partecipazione al medesimo reato nella sua dimensione associativa.
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