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Coordinamento Territoriale per l’Ambiente per il Parco Nazionale
delle FORESTE CASENTINESI, MONTE FALTERONA E CAMPIGNA
l parco, istituito nel 1990, è dotato del piano del Parco, approvato nel
dicembre 2002; il Piano socio-economico, approvato dalla Comunità
Idel Parco nel febbraio 2003 attende la definita approvazione delle
Regioni, mentre il relativo Regolamento è ancora in fase di definizione.
Il territorio del parco interessa per circa l’80% della sua estensione
aree boscate, diversificate in minima parte da aree aperte destinate all’a-
gricoltura e al pascolo, limitate queste ad appena 3000 ettari circa rispet-
to all’estensione totale. In tutto il comprensorio del parco non viene rag-
giunto il limite della vegetazione arborea, la quota massima infatti è quel-
la del Monte Falterona, 1659 m s.l.m. La copertura forestale pressoché
continua del crinale appenninico è costituita da formazioni a dominanza
di faggio, alle quali si sostituiscono gradatamente alle quote inferiori i
boschi misti di faggio ed abete bianco, le abetine pure artificiali ed i boschi
misti di latifoglie decidue, di cerro, roverella o carpino nero, a seconda
della variabile fertilità dei suoli ed esposizione dei versanti. Queste ultime
formazioni ricadono prevalentemente in aree di proprietà privata e sono
di norma governate a ceduo. Di particolare interesse sono poi, alle quote
intermedie, le aree di coltivazione del castagno e,di recente formazione, i
rimboschimenti, realizzati soprattutto nella seconda metà del ‘900, che
hanno trasformato le aree agricole abbandonate in boschi, prevalente-
mente di pino e di douglasia, e verso formazioni miste, con il conifera-
mento di lembi di bosco ceduo. Il cuore del comprensorio del parco è
caratterizzato dal nucleo di oltre 5000 ettari delle Riserve naturali dello
Stato di Camaldoli, Campigna, di Badia Prataglia e della Lama, nel cui
ambito è compresa la prima riserva naturale integrale d’Italia, istituita a
Sasso Fratino fino dal 1959. Altri ambiti di notevole interesse sono rap-
presentati dalla foresta monumentale della Verna, al limite meridionale
del parco e, a nord, dalle faggete del Falterona e dell’Alpe di San Bene-
detto e dalla selva di Castagno d’Andrea.
Il parco si presenta con una conformazione amministrativa che si
allunga a cavallo del crinale appenninico per circa 70 Km da NO a SE,
piuttosto ristretta ed assai frastagliata, a testimonianza del travaglio che
vi è stato nella definizione dei confini, soprattutto per soddisfare gli inte-
ressi di caccia nelle vallate rimaste al di fuori dell’area protetta. Circa la
metà della superficie del parco è di proprietà pubblica, derivante dalla
originaria costituzione del demanio forestale dell’ASFD che, dalla fine
degli anni ’70, fu trasferito in massima parte in gestione alle Regioni,
eccetto che per le riserve dello Stato. L’opera dell’ASFD nel corso del ‘900
ha permesso l’estensione della proprietà pubblica grazie all’acquisto di
vaste proprietà da privati, progressivamente fuoriusciti dalla montagna
nelle fasi di urbanesimo del dopoguerra. Queste aree, per lo più rimbo-
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