Page 57 - untitled
P. 57

Coordinamento Territoriale per l’Ambiente per il Parco Nazionale dell’APPENNINO TOSCO EMILIANO


                     l Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano comprende parte del
                     territorio montano di due Regioni, Emilia Romagna e Toscana  ed è
                  Iesteso 22.792 ettari, di cui ha 16.424 in Emilia e ha 7.189 in Toscana.
                     Il territorio del Parco comprende quattro Riserve naturali dello Stato,
                  di cui una in Provincia di Parma, la Riserva Naturale Guadine-Pradac-
                  cio, e tre in Provincia di Lucca, le Riserve Naturali Statali Orecchiella,
                  Lamarossa e Pania di Corfino, individuate nel 1971 e affidate in gestione
                  al Corpo Forestale dello Stato.
                     L’area protetta comprende alcune tra le aree più significative della
                  dorsale dell’Appennino settentrionale, molte delle quali già sottoposte a
                  vincoli di protezione (aree protette regionali; siti della Rete Natura 2000).
                     In relazione alla quota, alla geo-pedologia, all’ubicazione toscana o
                  emiliana del rilievo, si riscontrano paesaggi e caratteristiche vegetaziona-
                  li assai differenti, derivanti dalla peculiare posizione geografica della
                  catena appenninica, di confine euro-mediterraneo.
                     Così, ad esempio, assai tipiche sono le torbiditi di natura arenacea ,
                  che affiorano in tutta l’area di crinale, dando origine a contrafforti ondu-
                  lati e dalle cime in genere poco marcate; nelle giornate di bel tempo, lo
                  sguardo spazia dalle catene delle Alpi al mar Tirreno.
                     L’area protetta conta le cime del Monte Prado (2054 m s.l.m. – cima
                  più alta della Toscana) e del Monte Cusna (2124 m s.l.m. - seconda cima
                  dell’Emilia Romagna).
                     Nella provincia di Reggio Emilia dominano anche gli aspri rilievi del-
                  l’Alpe di Succiso e del Buffanaro, oltre al Monte Acuto e all’immenso
                  cono del Monte Ventasso, gigante montuoso avanzato verso Nord, rispet-
                  to allo spartiacque principale. Meno elevate sono le aree di crinale del-
                  l’Appennino parmense, dove si rinvengono le più suggestive e profonde
                  impronte del glacialismo quaternario,  in particolare circhi glaciali, occu-
                  pati da splendidi laghi di alta montagna e da torbiere dove si annidano
                  specie vegetali rare e protette.
                     Nell’Alta Valle del Secchia e presso il paesino di Sassalbo, affiorano i
                  Gessi Triassici, le rocce più antiche dell’Appennino Emiliano, caratteriz-
                  zati da interessanti fenomeni carsici dove è possibile rinvenire esemplari
                  di flora rara e protetta.
                     La mole inconfondibile della Pietra di Bismantova (Castelnovo ne’-
                  Monti – RE) rappresenta un elemento del rilievo di eccezionale risalto,
                  oltre che un davanzale che consente di apprezzare la complessità del pae-
                  saggio di tutta la porzione reggiana dell’area protetta.
                     Infine va ricordato il singolare massiccio calcareo della Pania di Cor-
                  fino, incluso in parte nell’omonima Riserva statale, caratterizzato da
                  flora e fauna simili a quelle che si rinvengono nelle Alpi Apuane.


                  56 - SILVÆ - Supplemento al n. 12
   52   53   54   55   56   57   58   59   60   61   62