Page 48 - untitled
P. 48

Coordinamento Territoriale per l’Ambiente per il Parco Nazionale delle CINQUE TERRE


               Dove permane, il bosco è comunque il risultato del suo utilizzo: le
            pinete, i castagneti e i querceti di oggi non sono l’espressione spontanea
            del paesaggio costiero, così particolare per la sua acclività, per la natura
            dei suoli e la sua prossimità al mare, ma la conseguenza di alterni perio-
            di di sfruttamento e di abbandono, dovuti a vicende storiche, sociali ed
            economiche. Oggi il territorio del parco può essere suddiviso grossolana-
            mente in due zone: una inferiore, soprastante il mare, fittamente terraz-
            zata fino ai bordi dei canaloni e delle pareti rocciose, storicamente famo-
            sa per la produzione di ottime uve grazie alla favorevole esposizione al
            mare ed al sole; l’altra invece che risale i versanti e raggiunge il crinale,
            segue le valli principali ed è coperta da pinete a Pino marittimo, casta-
            gneti, querceti, formazioni riparie, evoluti sul pendio naturale ed in
            parte sui terrazzamenti abbandonati.
               Il territorio terrazzato come lo vediamo oggi è fortemente ridotto
            rispetto al passato, a causa dell’intenso abbandono delle terre avvenuto
            durante l’ultimo secolo; fenomeno che ha consentito al bosco di riconqui-
            stare oltre i due terzi della superficie prima coltivata, soprattutto nei
            comuni di Riomaggiore e di Monterosso. Il territorio del Parco Naziona-
            le risulta oggi coperto da boschi per circa il 80 % della superficie totale.
            Essi sono prevalentemente costituiti da fustaie (32,2 %), cedui (18,5 %),
            cedui composti (23,6 %) e altre formazioni (25,7 %).
               Il Pino marittimo è la specie più diffusa. Per la spiccata eliofilia e la
            copiosa disseminazione favorita dagli incendi boschivi invade le aree agri-
            cole abbandonate. È pregevole la pineta del Mesco, considerata Sito d’In-
            teresse Comunitario, per quanto oggi sia gravemente compromessa dal-
            l’infestazione della Cocciniglia corticicola. Assai diffuse le formazioni  di
            boschi cedui a prevalenza di castagno, presente come inselvatichimento
            della coltura domestica, in consociazione con il Cerro ed altre specie
            quali il Ciliegio, l’Orniello, la Robinia.
               Il Leccio, di cui esistono esemplari inclusi tra gli alberi monumentali
            di Liguria, si presenta sia puro che sotto la fustaia di Pino marittimo ed
            anche come pianta isolata o in sporadici gruppi tra i vigneti.
               Anche il Cerro e la Roverella, assai diffusi, costituiscono pregevoli
            cedui, così come la quercia da sughero. La sughereta di Campiglia, nella
            zona più a levante del Parco, individua un Sito di Interesse Comunitario.
            Degna di menzione è infine la quercia crenata o Cerro-sughera, presente
            con numerosi esemplari isolati, diffusi prevalentemente nella porzione
            centrale del parco.
               La spiccata variabilità ambientale consente associazioni e presenze
            faunistiche altrettanto diversificate, legate ai vari ambiti forestali, alle
            scogliere, ai coltivi, ai corsi d’acqua.

                                                          SILVÆ - Supplemento al n. 12 - 47
   43   44   45   46   47   48   49   50   51   52   53