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Coordinamento Territoriale per l’Ambiente per il Parco Nazionale delle CINQUE TERRE
Dove permane, il bosco è comunque il risultato del suo utilizzo: le
pinete, i castagneti e i querceti di oggi non sono l’espressione spontanea
del paesaggio costiero, così particolare per la sua acclività, per la natura
dei suoli e la sua prossimità al mare, ma la conseguenza di alterni perio-
di di sfruttamento e di abbandono, dovuti a vicende storiche, sociali ed
economiche. Oggi il territorio del parco può essere suddiviso grossolana-
mente in due zone: una inferiore, soprastante il mare, fittamente terraz-
zata fino ai bordi dei canaloni e delle pareti rocciose, storicamente famo-
sa per la produzione di ottime uve grazie alla favorevole esposizione al
mare ed al sole; l’altra invece che risale i versanti e raggiunge il crinale,
segue le valli principali ed è coperta da pinete a Pino marittimo, casta-
gneti, querceti, formazioni riparie, evoluti sul pendio naturale ed in
parte sui terrazzamenti abbandonati.
Il territorio terrazzato come lo vediamo oggi è fortemente ridotto
rispetto al passato, a causa dell’intenso abbandono delle terre avvenuto
durante l’ultimo secolo; fenomeno che ha consentito al bosco di riconqui-
stare oltre i due terzi della superficie prima coltivata, soprattutto nei
comuni di Riomaggiore e di Monterosso. Il territorio del Parco Naziona-
le risulta oggi coperto da boschi per circa il 80 % della superficie totale.
Essi sono prevalentemente costituiti da fustaie (32,2 %), cedui (18,5 %),
cedui composti (23,6 %) e altre formazioni (25,7 %).
Il Pino marittimo è la specie più diffusa. Per la spiccata eliofilia e la
copiosa disseminazione favorita dagli incendi boschivi invade le aree agri-
cole abbandonate. È pregevole la pineta del Mesco, considerata Sito d’In-
teresse Comunitario, per quanto oggi sia gravemente compromessa dal-
l’infestazione della Cocciniglia corticicola. Assai diffuse le formazioni di
boschi cedui a prevalenza di castagno, presente come inselvatichimento
della coltura domestica, in consociazione con il Cerro ed altre specie
quali il Ciliegio, l’Orniello, la Robinia.
Il Leccio, di cui esistono esemplari inclusi tra gli alberi monumentali
di Liguria, si presenta sia puro che sotto la fustaia di Pino marittimo ed
anche come pianta isolata o in sporadici gruppi tra i vigneti.
Anche il Cerro e la Roverella, assai diffusi, costituiscono pregevoli
cedui, così come la quercia da sughero. La sughereta di Campiglia, nella
zona più a levante del Parco, individua un Sito di Interesse Comunitario.
Degna di menzione è infine la quercia crenata o Cerro-sughera, presente
con numerosi esemplari isolati, diffusi prevalentemente nella porzione
centrale del parco.
La spiccata variabilità ambientale consente associazioni e presenze
faunistiche altrettanto diversificate, legate ai vari ambiti forestali, alle
scogliere, ai coltivi, ai corsi d’acqua.
SILVÆ - Supplemento al n. 12 - 47