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Coordinamento Territoriale per l’Ambiente per il Parco Nazionale delle DOLOMITI BELLUNESI
a travagliata storia del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, la
cui eccezionalità floristica, nota ai botanici fin dal 1400, è uno dei
Lprincipali motivi ispiratori, trova compimento nel Decreto del Mini-
stero dell’Ambiente del 20 aprile 1990; sono definiti i confini e fissate le
prime norme di salvaguardia. Nel 1993 con il Decreto del Presidente della
Repubblica del 12 luglio viene istituito l’Ente Parco e nel 1998 viene
approvato lo Statuto.
La collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato, ha inizio con il
Decreto della Direzione Generale del C.F.S. del 31 maggio 1994 che a tale
scopo istituisce il Coordinamento Territoriale per l’Ambiente (C.T.A.) del
Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, definendo le giurisdizioni dei
Comandi Stazione all’interno del Parco.
Il territorio del Parco interessa 15 comuni, tutti appartenenti alla pro-
vincia di Belluno; si estende per 15.132 ettari ed è compreso tra i fiumi
Cismon (ad ovest), affluente sinistro del fiume Brenta, ed il fiume Piave (a
sud-est). Include ambienti di media ed alta montagna caratterizzati da
un’orografia molto accidentata e da forti dislivelli, con quote che variano
dai 400 m s.l.m., all’ingresso della Valle del Mis, ai 2565 m s.l.m. del
Monte Schiara sopra Belluno. Il Parco è attraversato dalla Strada Stata-
le n. 203 “Agordina” e dalla strada provinciale che percorre la Valle del
Mis: non vi sono altre vie di attraversamento e per gran parte del territo-
rio del Parco l’unica viabilità è rappresentata da qualche strada forestale
a traffico regolamentato, da mulattiere e sentieri.
I frequentatori del Parco possono trovare ospitalità in sei rifugi alpini
e in numerosi bivacchi d’alta quota; il Parco è attraversato da tre “Alte
Vie”, percorsi alpino-escursionistici articolati in più tappe che, partendo
da Feltre e Belluno, raggiungono l’Alto Adige.
Importante è la presenza di varie strutture didattiche, un centro di
educazione ambientale, un giardino botanico, due centri visitatori: uno a
Pedavena, l’altro a Valle Imperina, incentrato sulla storia dello sfrutta-
mento minerario della valle ed alloggiato proprio all’interno delle struttu-
re logistiche della miniera abbandonata sapientemente restaurate.
Le scelte di perimetrazione, che hanno escluso i centri abitati interni al
Parco, hanno determinato una presenza umana stabile molto limitata,
non più di 100 residenti; nel periodo estivo sono attive 5 malghe.
Fin dai primi anni il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi ha dedi-
cato grandi sforzi alla stesura dei principali strumenti di pianificazione
previsti dalla legge quadro del 1991, potendo vantare di essere il primo e
per molti anni l’unico Parco Nazionale in Italia ad avere approvati il
Piano del Parco ed il Piano Pluriennale Economico e Sociale. È stato un
risultato importante frutto di un lungo lavoro di consultazioni e articolati
34 - SILVÆ - Supplemento al n. 12