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INSERTO




                  I sintomi maggiormente manifestati dalle vittime di sesso femminile (con
             anamnesi negativa per violenza sessuale durante l’infanzia) sarebbero, in ordine
             di frequenza: assenza di desiderio sessuale, depressione del tono dell’umore,
             ripugnanza per il sesso, ricordi spiacevoli e intrusivi dell’evento, dolore genitale,
             incubi, disagio alla riesposizione, senso di colpa, abbuffate con condotte di eli-
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             minazione .
                  e. Gli atti persecutori, comunemente definiti con il termine inglese stalking,
             con cui si ricomprendono tutti quei comportamenti, molto variegati tra di loro
             (es. comunicazioni insistenti, pedinamenti, appostamenti) che mirano a con-
             trollare e limitare la libertà della persona, a ricercare il contatto o l’instaurazio-
             ne di un rapporto di comunicazione non desiderato dalla donna. Tali condotte
             diventano delle vere e proprie forme di persecuzione e portano la vittima ad
             avere: un grave e perdurante stato di ansia, il fondato timore per sé stessa o per
             i prossimi congiunti, o ancora a sentirsi costretta a cambiare le proprie abitu-
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             dini di vita . Numerose ricerche sono state condotte in tema di atti persecu-
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             tori.  A  riguardo,  Cupach  e  Spitzberg  affermano  che,  a  volte,  le  condotte
             caratterizzate  da  intrusioni  relazionali  ossessive  (ORI,  Obsessive  Relational
             Intrusion) possono essere percepite anche solo come fastidiosi, disturbanti, fru-
             stranti o molesti, piuttosto che suscitare nella vittima sentimenti di paura e
             minaccia, evidenziando come non tutti i comportamenti vengano vissuti come
             traumatici. È vero tuttavia che le vittime, attaccate nella loro privacy ed intimi-
             tà, spesso riferiscono la paura di subire qualche violenza, tanto che Rosenfeld
             afferma che “la paura della violenza è tra le preoccupazioni più comuni e debilitanti
             affrontate dalle vittime di stalking” . Altro aspetto importante è quello relazionale:
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             l’agito non può prescindere da una relazione, qualsiasi essa sia, tra un offender
             ed una determinata vittima. Non possiamo considerare stalking una condotta
             disturbante messa in atto indiscriminatamente nei confronti di più individui.
             Lo stalker ha una predilezione verso una vittima specifica in virtù delle sue
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             caratteristiche intrinseche .

             10   Di Giacomo E., Alamia A., Cicolari F., Cimoai V., Clerici M., (2014), Abuso sessuale in età adul-
                  ta: quando la sofferenza di psiche e soma si fonde, luglio-agosto 2014, Vol. 49, n. 4 in Riv. Psichiatr.,
                  2014; 49(4):172-179 di 10.1708/1600.17454.
             11   Sanzionato nell’ordinamento giuridico nazionale con la figura autonoma di cui all’art. 612 bis
                  c.p “Atti persecutori”.
             12   Cupach W.R., Spitzberg B.H., (2000), Obsesive relational intrusion: incidence, perceived severity, and
                  coping. Violence and Victims, 15: 1-16.
             13   De Fazio L. & Sgarbi, C. (2012), Stalking e rischio di violenza: Uno strumento per la valutazione e la
                  gestione del rischio, Milano: FrancoAngeli.
             14   Caretti V., Ciulla S., Schimmenti A., (2011), Stalking: definizione del costrutto, aspetti fenomenologici,
                  comportamenti associati, in Giorn Ital Psicopat, 17: 5-12.

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