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PROLUSIONE DEL COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Corleone, settembre 1949/giugno 1950
Il capitano Carlo Alberto dalla Chiesa insieme ai suoi carabinieri del Gruppo squadriglie - Corpo
Forze Repressione Banditismo, CFRB.
(Fonte: Archivio Pietro Oliveri, Corleone. Museo Storico dell’Arma - Donazione Giovanni Nistri)
Il tutto potrebbe essere sintetizzato con una breve frase: “Profondo
amore per l’Italia”.
Come pochi ha interpretato il proprio servizio secondo quei canoni che
ritroviamo scolpiti nella nostra Costituzione:
Art. 54: “… i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dove-
re di adempierle con disciplina e onore”;
Art. 98: “… i pubblici dipendenti sono al servizio esclusivo della
Nazione”.
Il dovere è diverso dall’obbligo. Il dovere è un comando della coscienza,
sottende principi morali, presuppone libertà di pensiero e impone di anteporre
l’interesse pubblico alle esigenze private. L’obbligo è solo l’adempiere ad un
ordine ricevuto, senza partecipazione personale e quindi meno utile alla causa
pubblica.
Dalla Chiesa aveva un eccezionale senso del dovere: per questo è esempio
da cui trarre ispirazione. Per tutti i dipendenti pubblici! E non solo!
In particolare nell’Arma dei Carabinieri, che è stata la sua seconda famiglia
per oltre quarant’anni, ha lasciato un segno indelebile nelle nuove generazioni.
Nel corso della mia vita professionale ho visitato tantissime caserme
dell’Arma. In tutte ho sempre trovato la fotografia del Comandante Generale,
in molte quella di dalla Chiesa. La prima è imposta dalle norme, quella di dalla
Chiesa non l’ha prevista nessuno ma lo è nei fatti.
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