Page 10 - Rassegna 2019-3
P. 10

Il Procuratore Militare di Roma, Consigliere Antonio Sabino, si addentra
             nella vexata quaestio del rifiuto di firmare, per presa visione, le comunicazioni
             contenute nella documentazione caratteristica e nei provvedimenti disciplinari
             riferiti al soggetto chiamato a sottoscriverli, laddove tale sottoscrizione viene
             intesa come accettazione e contestuale compromissione dei relativi rimedi giu-
             risdizionali. L’inottemperanza del militare, che erroneamente interpreta l’appo-
             sizione della propria firma come accettazione del documento e non come mera
             notificazione dell’atto che lo riguarda, configura il reato di disobbedienza. Un
             equivoco di fondo che sopravvive all’incapacità di distinguere una accettazione
             senza riserve da un ordine attinente al servizio e che ha mero valore di notifica,
             rispetto al quale sono pur sempre agibili le impugnative, sempreché ne ricorra-
             no gli estremi. Un prezioso memorandum di sicura utilità.
                  Continuando, il Colonnello Fausto Bassetta prosegue - nella terza parte -
             il commento sulle norme tratte dal Codice dell’Ordinamento Militare in ordine
             ai “Requisiti generali per il reclutamento”.
                  La ricostruzione storica del Professor Marco Gemignani, invece, ci riporta
             indietro nel tempo, fino al XIX secolo, quando le tumultuose vicende nelle
             quali si imbatterono i Governi del Regno d’Italia originarono l’idea di fronteg-
             giare  il  sovraffollamento  delle  carceri  con  una  deportazione  dei  detenuti  in
             sovrannumero nel territorio di Assab, nel lontano Corno d’Africa, dove, nel
             maggio del 1883, l’Arma dei Carabinieri istituì la prima Stazione.
                  Il Professor Filippo Ruschi narra dell’invio del contingente interalleato in
             Alta Slesia, tra il 1920 e il 1922, considerato come un episodio precursore nella
             storia dell’attività di peacekeeping. Dopo la Grande Guerra, quella regione fu sud-
             divisa tra la Germania e la Polonia e, per garantire la regolarità delle elezioni e
             l’esecuzione delle disposizioni del Trattato di Versailles, fu disposto l’impiego di
             una forza multinazionale alla quale presero parte anche i militari italiani.
                  Di sicuro interesse professionale appaiono le considerazioni sull’etica del
             comando del Professor Manlio Corselli. Lo studio percorre un sentiero com-
             pleto attraverso stimolanti riflessioni sul comando scaturente dalle leggi sull’os-
             servanza del precetto religioso dell’amore e sul comando militare. È proprio su
             quest’ultima tipologia che si concentra l’autore che, con ogni migliore attenzio-
             ne, indaga nei fondamentali valori che deve possedere chi lo esercita.
                  In conclusione di fascicolo, vale la pena di ricordare gli argomenti, anche
             di carattere internazionale, esposti nelle recensioni di alcuni volumi d’interesse.
                  Buona lettura.
                                                 Il Direttore responsabile
                                          Generale di Divisione Riccardo Galletta


             6
   5   6   7   8   9   10   11   12   13   14   15