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CURIOSANDO NEL MUSEO DELL’ARMA






            sostituire in qualsiasi impiego quello mod. 91 per T.S. at-
            tualmente in servizio.                                     Furono interessate
            Le armi modificate presero il posto di quelle più vecchie
            inizialmente fabbricate tra il 1893 e il 1900, poi via via       dalla modifica
            di quelle delle altre “annate”.
            Furono  interessate  dalla  modifica  principalmente  le
            armi in uso durante la Grande Guerra, in quanto era         principalmente le
            stato riscontrato su di esse un alto grado di usura: quelle
            armi, tra le mani dei fanti combattenti, avevano sparato  armi in uso durante
            un gran numero di colpi e affrontato condizioni am-
            bientali estreme che ne compromisero l’integrità.            la Grande Guerra,
            Subito dopo il termine del conflitto le fabbriche di Bre-
            scia  avevano  interrotto  la  produzione  del  moschetto
            Mod. 91 T.S. che andò ad aggiungersi ai vecchi fucili.     in quanto era stato
            La tendenza a dotare le truppe di qualsiasi genere di
            l’Esercito alla soluzione di convertire i vecchi e affidabili riscontrato su di esse
            arma corta come i moschetti T.S. portò i vertici del-

            fucili 91 in nuovi moschetti. La prima tappa da percor-
            rere era l’abbattimento consistente dei costi di produ-        un alto grado di
            zione dei nuovi pezzi che, con la “riduzione” dei fucili
            fu ben presto attuata. Nel 1923 iniziarono i lavori e le    usura: quelle armi,
            sperimentazioni  dei  nuovi  moschetti  provenienti  dai
            fucili. Nel 1925 iniziò la lavorazione in massa delle armi
            da modificare. Alla fine si stimerà che circa 300.000        tra le mani dei fanti
            fucili Mod. 91 furono convertiti in Mod. 91/24. Fon-
            damentalmente, il lavoro da compiere riguardava: il ta-           combattenti,
            glio della canna, che andava da 780 mm. a 452 mm.; la
            fabbricazione del nuovo tenone per l’innesto della nuova  avevano sparato un
            baionetta. Ovviamente la calciatura doveva rapportarsi
            al nuovo ingombro della canna. Tutto ciò potrebbe ap-
            parire facile a dirsi, ma a farsi? Effettivamente non si  gran numero di colpi
            trattava soltanto di tagliare e fare un “canna mozza”. La
            canna  una  volta  tagliata  ad  una  certa  misura  (più  o
            meno un terzo) si divideva in due parti. La parte munita
            di  culatta  veniva  tornita  all’interno  fino  al  punto  da  mente con le classiche quattro righe. Su tutte le camere
            ospitare quella avanzata. Per ottenere la nuova rigatura  di cartucce lavorate veniva apposto un punzone a forma
            interna  e  permettere  al  colpo  sparato  una  traiettoria  di  stella  a  5  punte.  Possiamo  quindi  affermare  che  i
            quanto  più  regolare,  occorreva  fresarne  nuovamente  modelli 91/24 si possono trovare con due tipi di canne
            l’interno in maniera elicoidale, mantenendo passo e ri-  diverse. Risentirono di modifiche importanti anche gli
            gature progressive. In realtà non si trattava dell’unico  organi di mira che, progettati per sparare a bersagli da
            metodo sperimentato e adottato, un secondo sistema      600 a 2.000 metri nel fucile, passarono a coprire una
            prevedeva il taglio della canna a giusta misura con una  distanza di mira da 200 a 1.500 metri nel nuovo mo-
            tornitura interna che rendeva la canna ad anima liscia.  schetto. Su tutti i tipi di moschetto Mod. 91/24 tro-
            Poi successivamente veniva “ritubata” e fresata nuova-  viamo l’anno di produzione dell'arma originaria (quindi



             60 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO X
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