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Erano lì già ai tempi di
mando del Ten. Col. Andrea Catania, per
Celestino V e Federico II. proseguire serve una preparazione alpini-
Nella Riserva Naturale Statale stica. Solo dopo un percorso molto difficile
e una discesa con ausilio delle corde si pos-
di Fara San Martino, nel cuore sono raggiungere i vecchi patriarchi. Foto: Archivio P .N. Majella/Marco Carafa
del Parco Nazionale della
Majella, si studiano alcuni IL PINO DI CELESTINO V
É li da 900 anni, immobile, immerso in un
pini centenari che sono giunti ambiente in continuo cambiamento, svetta
tra le rocce a strapiombo in un equilibrio di
intatti fino a noi grazie alla tremende forze naturali che sfidano le leggi
posizione fortemente della fisica. Si sapeva della sua esistenza e
di quella di alcuni suoi fratelli ma nessuno si
impervia e alla preziosa era mai avventurato fin lì per documentarne
opera di custodia dei in modo scientifico la presenza.
Sono i Giganti della Majella abbarbicati su
carabinieri forestali. pareti a strapiombo nella Riserva Naturale
Statale Fara San Martino Palombaro gestita
di Stefano Cazora e vigilata dai Carabinieri forestali, custodi
discreti di questo meraviglioso segreto.
Sono i pini neri che qui chiamano di “Cele-
l rumore possente delle pale rompe il stino V” perché esistevano già quando Pie-
silenzio nella gola rocciosa, i pattini tro da Morrone, il papa “che fece per viltade
dell’elicottero sfiorano la cresta di Cima il gran rifiuto”, conduceva la sua vita eremi-
della Stretta a circa 1.500 metri di quota tica sui monti della Majella.
Ie velocemente scarica la troupe Rai, i Questa è una montagna sacra, terra aspra
tecnici del Parco Nazionale e una squadra ma benedetta. É qui che si rifugiò Maja ad-
di carabinieri del Reparto Parco. Siamo sul dolorata per la perdita del figlio Ermes. Le-
versante orientale della Majella su uno spe- gata ai culti prestorici è stata la casa di mo-
rone largo poco più di tre metri circondato naci ed anacoreti che nel Medioevo
da dirupi a strapiombo, un balcone naturale trovarono la loro dimora ideale alla ricerca
di fronte al quale si apre un panorama dai del divino. Tra questi anche Dauferio dive-
mille colori. In lontananza solo il verso di nuto papa Vittore III e il più noto Pietro da
qualche gracchio alpino. Il bosco nel suo Morrone eletto al soglio pontificio con il
vestito autunnale è un’esplosione di colori nome di Celestino V. Dalla grotta di Monte
che vanno dal verde, al rosso, al croco; nella Palleno, al Morrone fino ai meravigliosi eremi
parte più alta i faggi lasciano spazio ad una di San Batolomeo in Legio e Santo Spirito a
rarissima stazione di pino mugo. E sulle vette Majella, di Sant’Onofrio al Morrone e di San
la neve ha fatto capolino già da qualche Giovanni all’Orfento sono diversi i luoghi di
giorno. Scopo della complessa missione, spiritualità e di montagna dove la natura ha
che verrà raccontata in un ampio servizio di accompagnato per secoli la preghiera e la
Francesco Petretti per la regia di Francesca meditazione. Loro caratteristica è quella di
Catarci del programma “Geo”, raccogliere essere scavati nella roccia, aggrappati, anzi
i semi e proseguire i rilievi sui Giganti Verdi fusi a quella montagna magica.
della Majella, una piccolissima popolazione
relitta di pini neri centenari. Ma raggiungerli CONSERVAZIONE E RICERCA
NOVEMBRE-DICEMBRE 2020
non è affatto facile e, oltre all’abilità degli “Questi meravigliosi alberi sono riusciti ad
elicotteristi del Nucleo di Roma Urbe al co- arrivare fino a noi certamente grazie alla loro
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#Natura