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NEL NORD ITALIA
Tornando al trittico, il Trentino oggi conta
70/90 orsi frutto di un progetto di reintro-
duzione/ripopolamento di grande successo
con esemplari sloveni, a partire da 9 orsi
rilasciati negli anni Novanta sulle Dolomiti
di Brenta, l’ultimo rifugio dei plantigradi
nel nord Italia dopo lo sterminio perpetrato
dall’Uomo tra il 1700 e il 1800. Ma parlare
di orsi significa parlare di noi e di come
Cartelli che segnalano la presenza
dell’orso e invitano alla prudenza.
UNA CORRETTA COMUNICAZIONE
Oggi viviamo in un Paese che accoglie
con difficoltà la scienza e questo spesso si
traduce in pensieri pseudo-scientifici anche
nella biologia della conservazione. La ge-
stione faunistica (cioè la parte attiva della
biologia della conservazione) nel nostro
Paese è oggetto di interpretazione se-
mantica tra movimenti ambientalisti e as-
sociazioni venatorie, e così, anche per gli
orsi, assistiamo a dibattiti etici che si con-
frontano, ma mai si risolvono, nelle aule
dei tribunali. La comunicazione (l’attività
più delicata e dirimente nei progetti di
conservazione), quando c’è, viene confusa
spesso con la pubblicità. Manca quindi
quel grande lavoro di reale informazione
scientifica e coinvolgimento presso le am-
ministrazioni locali, per esempio nel pro-
muovere l’orso marsicano nelle aree di
espansione della specie, mettendo in cam-
po azioni e progetti comuni con una vera
e propria azione di marketing biologico
diffusa. Mentre la popolazione trentina di
orso può essere sostenuta e ricostituita
utilizzando il grande numero di individui
presenti nella popolazione sorgente dei
NOVEMBRE-DICEMBRE 2020 Balcani, lo stesso non si può dire per
l’orso marsicano che rappresenta un im-
portante endemismo italiano.
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