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politica forestale



          siedono spesso elevati livelli di  che reperire adeguate risorse finan-  e tropicali rappresentano un grande
          biodiversità che appare in ogni    ziarie (già sono previsti 110.000  serbatoio per l’accumulo di carbo-
          caso opportuno tutelare. Una sag-  miliardi per il prossimo decennio),  nio che, però, è particolarmente
          gia politica di reale conservazione  per ridurre le emissioni, per ricerca-  sensibile alle utilizzazioni forestali
          ambientale, può portare, almeno    re nuove tecnologie e fonti energe-  e ad altri tipi di disturbo. Tagliare
          nei parchi nazionali e nelle altre  tiche rinnovabili, prevedere anche  queste foreste in rigenerazione o
          aree protette, a creare quel serba-  una strategia unitaria nazionale, in  quelle vetuste e sostituirle con gio-
          toio di cenosi annose che nel nostro  accordo con le Amministrazioni  vani piantagioni di specie a rapido
          paese è pressoché inesistente.     regionali, attraverso la presentazio-  accrescimento (o con cedui), non
          Anche il problema dei rimboschi-   ne di programmi di riforestazione  risulterebbe quindi logico poiché
          menti va affrontato nella sua giusta  che si inseriscono nella politica  comporterebbe un rilascio netto di
          dimensione e prospettiva. Non      comunitaria di sostegno allo svilup-  carbonio nell’atmosfera e una per-
          bisogna privilegiare le piantagioni  po rurale prevista dal Regolamento  dita del potenziale di accumulo di
          produttive, magari a ciclo breve   Comunitario 1257/99.               grandi quantità dello stesso.
          (short rotation) e con specie esoti-                                  Le torbiere e le foreste boreali
          che, motivandole con l’assunto che  Considerazioni sul ciclo del      mostrano una considerevole varia-
          le piante in rapido accrescimento  carbonio in base ai più            bilità nel tempo (su scale secolari)
          assorbono più carbonio, ma va      recenti studi scientifici a        della loro capacità di assorbire e
          dato ampio sostegno ai rimboschi-  livello internazionale             accumulare carbonio. Si tratta di
          menti protettivi, soprattutto su sub-  La comprensione del ciclo del car-  sistemi che hanno una particolare
          strati carbonatici, che, oltre a pro-  bonio è ancora lacunosa per diversi  sensibilità alle variazioni climatiche
          teggere dai fenomeni di desertifi-  e cruciali aspetti, soprattutto per  e ai cambiamenti d’uso del territo-
          cazione e di dissesto idrogeologi-  quanto concerne gli aspetti quanti-  rio che influiscono sulla profondità
          co, consentono lo stoccaggio del   tativi, nonostante il considerevole  della falda freatica e sui processi di
          carbonio per lunghi periodi.       progresso fatto negli ultimi anni.   decomposizione della materia orga-
          Risulta in tutti i casi indispensabile  Gli ultimi studi dimostrano che, in  nica (torbiere) e sulla frequenza
          considerare le foreste una compo-  generale, la quantità di carbonio  degli incendi (foresta boreale). La
          nente attiva nell’assorbimento del  potenzialmente assorbita dalle fore-  possibilità che questi due ecosiste-
          carbonio e favorire con incentivi di  ste nel lungo periodo (decenni o  mi possano modificare improvvisa-
          varia natura la loro conservazione  secoli) è maggiore di quanto venga  mente la loro capacità di immagaz-
          e il loro ampliamento, ma occorre  comunemente riconosciuto (S.       zinare carbonio, trasformandosi da
          evitare anche interventi inadeguati  Brown, Winrock International –   sinks in sorgenti, a causa di cambia-
          che favoriscano la regressione del  OR). Ad esempio, le foreste vetuste  menti climatici, deve essere presa
          manto arboreo.                     delle aree temperate e tropicali   in seria considerazione.
          Il problema delle emissioni è un   risultano piuttosto ricche di carbo-  Non solo le foreste boreali, ma
          problema della civiltà occidentale  nio e i quantitativi contenuti negli  anche gli ecosistemi mediterranei e
          tecnologicamente avanzata e la sua  alberi in piedi, nei tronchi a terra e  quelli di altri ambienti semi-aridi
          soluzione deve essere trovata all’in-  nel suolo toccano livelli che  nel corso del tempo sono stati per-
          terno della tecnologia che lo ha pro-  appaiono superiori a quelli general-  corsi dal fuoco, per eventi sia natu-
          dotto, non forzando gli ecosistemi.  mente impiegati nei modelli sul  rali che indotti dall’azione umana.
          È fondamentale mettere a punto     ciclo del carbonio. D’altra parte, le  In seguito agli incendi questi ecosi-
          una politica che tenga conto dei   foreste sono piuttosto lente nel rag-  stemi hanno rilasciato carbonio
          nuovi obiettivi del Protocollo di  giungere il punto di equilibrio cor-  nell’atmosfera. Il ruolo e l’entità di
          Kyoto e degli accordi di Bonn, e   rispondente al mas-
          che allo stesso tempo rispetti quei  simo immagazzina-
          principi, individuati a  Rio de    mento di carbonio:
          Janeiro nel 1992, di conservazione  di solito, un rimbo-
          della biodiversità e di lotta alla  schimento o una
          desertificazione. Sarebbe contro-  foresta che si rinno-
          producente mettere a punto azioni  va dopo un taglio
          che soddisfano le condizioni della  richiedono più di un
          Convenzione Internazionale sui     secolo per raggiun-
          Cambiamenti Climatici, ma non      gere la massima bio-
          rispettano i principi delle altre due  massa e tempi ben
          più importanti Convenzioni         più lunghi sono
          Internazionali in materia di tutela  necessari per la
          dell’ambiente (biodiversità e lotta  saturazione del suo-
          alla desertificazione).            lo. Pertanto, le fore-
          Per attuare le azioni individuate a  ste in ricostituzione  Il Protocollo di Kyoto impegna le nazioni industrializzate a ridurre le emis-
          Bonn appare indispensabile, oltre  delle zone temperate sioni di anidride carbonica promuovendo l’utilizzo delle energie rinnovabili


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