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            PREFAZIONE DEL DIRETTORE DEL MUSEO STORICO DELL’ARMA







                 n una assolata domenica di 80 anni fa, a Roma, il 6 giugno 1937, apriva le porte al pubblico il Museo
                 Storico dell’Arma dei Carabinieri. Si trattò di un evento memorabile, atteso da tempo e molto sentito
            I tra le file dell’Arma ma non meno partecipato dall’intera popolazione. La stampa e i cinegiornali del-
            l’epoca ci raccontano di una Piazza Risorgimento e delle sue vie limitrofe gremite di folla, in attesa dell’arrivo
            della Bandiera dell’Arma e del sovrano Vittorio Emanuele, accolti da un imponente schieramento di Cara-
            binieri Reali in grande uniforme, a piedi, in bicicletta e a cavallo, tra i quali si distinguevano i Corazzieri in
            tenuta di gran gala, i Carabinieri con le uniformi storiche del 1814 e un intero squadrone di Zaptiè, i valorosi
            Carabinieri indigeni delle colonie italiane in Africa, con la loro fanfara di trombe anch’essa a cavallo.
            L’idea di un Museo era stata avanzata fin dal 1908, in vista delle celebrazioni del primo centenario di fon-
            dazione dell’Arma, in un articolo sulla Rivista Militare Italiana, organo ufficioso del Ministero della Guerra,
            in cui tra l’altro si affermava: “Le narrazioni scritte, comunque eloquenti e poderosamente sentite, non valgono a pa-
            reggiare l’impressione che l’anima e la mente ricevono dalla visione di quelle raccolte di memorie reali che riguardano la
            storia di un popolo, di una città, di una istituzione. Per la via degli occhi fedeli, il cuore comprende, sente ed apprende.
            E le più nobili facoltà dell’animo si svolgono e si rinvigoriscono sotto il benefico influsso dell’esempio”.
            La proposta aveva riscosso subito un largo consenso, ma gli eventi che di lì a poco impegnarono l’ancora
            giovane Regno d’Italia, dal devastante terremoto di Messina e Reggio Calabria nel dicembre di quello stesso
            anno alla guerra italo-turca combattuta in Libia e nel Dodecaneso, dall’ingresso nel I conflitto mondiale ai
            perturbamenti sociali e dell’ordine pubblico del dopoguerra, non consentirono di avviare concretamente il
            progetto fino agli anni Venti. Una prima raccolta di documenti e cimeli fu realizzata in quegli anni presso
            la sede della Legione Allievi Carabinieri, quale significativo contributo alla formazione morale ed etica dei
            giovani Carabinieri, e nel 1925 un regio decreto diede finalmente avvio alla costituzione di un vero Museo,
            istituito come Ente morale. La sede prescelta per l’allestimento fu la palazzina che aveva ospitato fino ad al-
            lora la Scuola Allievi Ufficiali nella vicina piazza Risorgimento, occupandone inizialmente soltanto alcuni
            locali, non destinati ancora ad un pubblico esterno. Soltanto negli anni Trenta, un radicale intervento di ri-
            strutturazione consentì la piena fruizione dell’intero stabile, con la rifunzionalizzazione degli ambienti interni,
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