Page 6 - Notiziario 2022-1
P. 6

PAGINE DI STORIA













            trea, ottenendo importanti vittorie nel dicembre 1895
            all’Amba Alagi, a Makallè e – infine – ad Adua, il 1°
            marzo 1896. Mantenuta l’integrità territoriale e tenuto
            a  bada  il  velleitario  espansionismo  coloniale  italiano,
            l’Etiopia aveva ingrandito i suoi possedimenti, sotto-
            mettendo altri vicini meno organizzati e minacciando
            le colonie italiane d’Eritrea e Somalia, avendo da sempre
            cercato di ottenere uno sbocco al mare. Non era una
            coesistenza facile quella fra il Regno d’Italia e il grande
            agglomerato di razze africane: entrambi ritenevano di
            poter  risolvere  i  propri  problemi  a  danno  dell’altro.
            L’uno accedendo alle rotte commerciali marittime, l’altro
            annettendo alle poco vantaggiose distese di sabbia delle
            proprie colonie, terre di cui – forse – si favoleggiava a
            sproposito.
            All’inizio del XX secolo, Grande Guerra e “riconquista”
            della Libia avevano impegnato l’Italia, non consenten-
            dole di dare sfogo a mai sopiti sogni di vendetta: ma era
            solo questione di tempo. Il Capo del Governo italiano,
            Mussolini, una volta ultimate nel 1932 le operazioni di
            contro-guerriglia in Libia, intenzionato da un lato ad
            affermare il ruolo dell’Italia nel panorama internazionale,
            dall’altro a convogliare l’eccedenza di manodopera che  e in agosto il brigadiere ricevette una medaglia d’argento
            emigrava soprattutto oltre Atlantico, e spinto dall’irra-  al valor militare, nel corso di cerimonia eternata in una
            zionale desiderio di vendicare la sconfitta di Adua, decise  delle colorate copertine della Domenica del Corriere.
            di porre fine all’indipendenza di questo grande stato    Dopo essere stata per breve tempo diretta da Emilio
            africano. Si registrò un crescendo di frizioni e provoca-  De Bono, uno dei quadrumviri del fascismo, che in ef-
            zioni, fino a sfociare nell’incidente di frontiera di Ual  fetti riuscì a compiere solo un primo balzo in avanti
            Ual del 5 dicembre 1934, che l’Italia usò a pretesto per  superando il confine, la campagna militare venne affidata
            dare il via ad una serie di iniziative che portarono all’in-  a far data dal 28 novembre 1935 al Generale Pietro
            vasione. Fra gli episodi che precedettero le ostilità, nella  Badoglio. Ufficialmente Mussolini volle colpire la len-
            notte fra il 2 e il 3 marzo 1935, lo scontro a fuoco fra il  tezza di De Bono, ma Badoglio non si dimostrò ini-
            Brigadiere dei  CC.RR.  Gennaro Ventura  e  il buluk-   zialmente un fulmine, intendendo correttamente assi-
            basci Gherenchiel Tesemma  –  da  una  parte  –  e  una  curarsi un dispositivo logistico adeguato allo sforzo da
            banda di abissini che avevano sconfinato nella zona di   sostenere: c’erano da aprire strade, costruire ferrovie e
            Agordat, in Eritrea,  ad  Om-Hager.  Fatti  segno  dalla  ammassare materiali. In realtà Badoglio, per quanto di-
            fucileria nemica, lo zaptiè fu ferito mortalmente al pol-  scutibile, godeva del favore del re e, soprattutto garantiva
            mone e il sottufficiale, da dietro un riparo, rispose al  maggiori capacità militari del collega che, abbandonato
            fuoco tenendo testa per tutta la notte agli avversari. Il  il Regio Esercito, aveva abbracciato l’avventura del fa-
            nemico lasciò sul terreno un morto e due feriti e ripiegò,  scismo. Fu schierato uno strumento militare imponente



            6 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO VII
   1   2   3   4   5   6   7   8   9   10   11